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Leguminose : semina, rotazione e vantaggi per l’orto biologico

Cosa trovi in questo articolo

Lupino, cece, fave e cicerchie sono leguminose che arricchiscono l’orto, sono belle e buone oltre che degli eccellenti fertilizzanti. Quando e come si usano nell’orto biologico e quali sono i benefici che ne derivano a noi e alla terra! Leggi la guida!

Il termine leguminose comunemente usato si riferisce ai semi commestibili delle varietà appartenenti alle Leguminosae, una famiglia di piante coltivate sin dall’antichità e il cui frutto è rappresentato appunto dal legume o dal baccello, all’interno del quale è racchiuso il seme.

Dal notevole contenuto proteico e dal costo contenuto, tanto da essere indicati come “la carne dei poveri”, i legumi dopo avere registrato una flessione dell’offerta negli ultimi decenni, vivono una giusta rivalutazione grazie ai tanti benefici che apportano all’ecosistema e alla salute umana.

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CECE E LENTICCHIA: SEMINA E CONCIMAZIONI

Generalmente l’epoca di semina delle leguminose è l’autunno nelle località caratterizzate da inverni miti e da primavere calde e siccitose, e di fine inverno in zone con inverni lunghi e rigidi.

La concimazione minerale, se effettuata, di solito viene eseguita durante la preparazione del terreno o alla semina.

  • Se coltivate il cece somministrate fosforo solo se necessario
  • mentre se prediligete la lenticchia ricordate che questa tipologia di legume esige una buona concimazione (nel caso di terreni non argillosi) di fosforo e di potassio nelle medesime quantità. Questa pianta, la cui produzione di paglia costituisce un foraggio molto apprezzato, per via della suo lento e limitato sviluppo vegetativo, soffre particolarmente la competizione con le infestanti.
  • Rispetto a cece e a lenticchia la cicerchia, invece, presenta minori esigenze colturali e maggiori potenzialità produttive: per questa ragione è molto adatta ad essere coltivata in regime biologico.
  • La fava, invece, si inserisce bene nei sistemi colturali imperniati su colture cerealicole, come frumento e orzo, ed è una tipica pianta miglioratrice soprattutto nei terreni argillosi e pesanti.

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LUPINO, FAVA E CECE I RE DELL’AZOTO

Abbiamo visto su Stile Naturale che la stanchezza del suolo e la conseguente riduzione della fertilità è scatenata dalla monosuccessione colturale, cioè dalla coltivazione ripetuta tutti gli anni sullo stesso suolo della medesima coltura.

La capacità delle leguminose di utilizzare l’azoto atmosferico e di renderlo disponibile alle colture in successione riducendo la somministrazione di concimi minerali azotati, fanno di queste specie ottime coltivazioni da rotazione.

Tra le leguminose da granella quelle che apportano la maggior quantità di azoto nel terreno sono il lupino, la fava e il cece, mentre tra le foraggere certamente l’erba medica e il trifoglio bianco.

Le leguminose determinano anche ulteriori vantaggi in termini di avvicendamento colturale: l’epoca di raccolta anticipata rispetto ad altre colture permette di svolgere la lavorazione principale del terreno molto presto, garantendo la preparazione di un buon letto di semina per la coltura in successione, (solitamente un cereale a semina autunnale).

Per tutti questi motivi le leguminose conferiscono una eccellente capacità produttiva e conseguentemente una maggiore sostenibilità.

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LE LEGUMINOSE POTENTI AZOTO-FISSATORI

Dopo la fotosintesi clorofilliana, il processo di azotofissazione è la più importante reazione biochimica per la vita sulla terra.

Già a partire dal XIX secolo si dimostrò che tutte le leguminose stabiliscono un rapporto di simbiosi con i Rhizobium spp., microrganismi batterici azoto-fissatori che si insediano, attraverso la formazione di noduli, sulle radici delle specie affini.

Grazie a questa simbiosi di tipo mutualistico questi batteri procurano azoto alle piante fissandolo dall’atmosfera e ricevendo in cambio gli zuccheri fotosintetizzati, necessari ai loro processi vitali.

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CONTROLLO DELLE INFESTANTI

La difesa dalle erbe infestanti riveste particolare importanza per le leguminose in quanto queste specie evidenziano una sensibile sofferenza alla competizione, soprattutto nelle prime fasi dì sviluppo, influenzando negativamente soprattutto la resa produttiva.

E’ bene prevedere un’efficace strategia di controllo delle malerbe sin dalle prime fasi di sviluppo della leguminosa, attraverso la raccolta manuale estirpando le piante a mano oppure con l’ausilio di erpici o sarchiatrici, da utilizzare nelle fasi iniziali dello sviluppo vegetativo per consentire il passaggio di questi attrezzi attraverso le file.

Il controllo delle infestanti può essere praticato anche con mezzi di lotta indiretti: attraverso l’adozione di razionali avvicendamenti quali un’aratura profonda e accurata, una precoce preparazione del letto di semina, una semina più fitta e una minore distanza tra le file.

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LEGUMINOSE: DAL CIBO AI FERTILIZZANTI

Le leguminose si coltivano per la granella (soprattutto secca ma anche fresca come nel caso della fava e del pisello) che grazie alle proteine vegetali in essa contenute e necessarie per la salute umana trova impiego come alimento per l’uomo. Non solo. Infatti, dalle leguminose si ottiene:

  • foraggio (concentrati proteici) dall’industria mangimistica;
  • prodotti in scatola dall’industria conserviera;
  • un ottimo fertilizzante naturale per il suolo, grazie al suo potere di rilasciare azoto;
  • eccellente sostanza organica. Le leguminose, infatti, sono indicate come colture da sovescio nei sistemi colturali integrati e biologici perché miglioratrici della struttura del terreno.

Il riconoscimento di questi vantaggi ha stimolato la ricerca a individuare e a selezionare cultivar con rese ottimali, adatte a più condizioni pedo-climatiche, favorendo la loro diffusione nei sistemi colturali sostenibili, grazie anche alla Pac 2015-2020 che ne riconosce il fondamentale contributo rispetto ai vincoli del greening.

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ESIGENZE IRRIGUE

Le leguminose si adattano bene a condizioni pedo-climatiche caratterizzate da piovosità ridotta perché, essendo specie che possono essere seminate in autunno o fine inverno, svolgono il ciclo nel periodo con piovosità più favorevole allo sviluppo della coltura e riescono quindi a sfuggire ai periodi siccitosi.

La tolleranza allo stress idrico delle leguminose in genere è dovuto soprattutto ad un apparato radicale in grado di esplorare diversi strati di suolo, utilizzando in misura maggiore le riserve idriche.

  • Il cece ad esempio presenta una buona capacità produttiva in ambienti aridi ma sembra adattarsi bene anche al Nord
  • La lenticchia invece è una specie che generalmente viene coltivata in asciutto e la cui produzione risente molto degli eccessi idrici. La semina autunnale, poi, risulta utile in quanto il ciclo vegetativo si svolge durante un periodo di precipitazioni abbondanti, consentendo alla pianta di sviluppare un migliore apparato vegetativo, potenziandone le capacità fotosintetiche e aumentando quindi la resa. In ambiente mediterraneo è consigliata una bassa densità di semina, dato che la disponibilità dell’acqua diviene critica in prossimità della maturazione dei baccelli.

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LE ESIGENZE NUTRIZIONALI, AMBIENTALI E PEDO-CLIMATICHE DELLE LEGUMINOSE

La varietà che appare la più adattabile a tutte le condizioni ambientali è certamente il pisello, ciononostante, grazie al consistente numero di varietà e alle diverse caratteristiche morfologiche e fisiologiche, le leguminose, che necessitano di terreni lavorati in profondità, sono in grado di adattarsi a differenti condizioni pedo-climatiche, per lo più avverse, completando il ciclo biologico anche in condizioni di carente disponibilità di elementi nutritivi.

Questa capacità è giustificata soprattutto dalla loro proprietà di fissare azoto atmosferico, la cui concimazione quindi per le leguminose non è necessaria ma che sola spesso può non essere sufficiente.

Eventuali carenze di macroelementi come fosforo e potassio, ma anche zolfo, cobalto, rame e zinco possono limitare il processo simbiotico stesso e, di conseguenza, influenzare negativamente l’accrescimento della pianta, la produzione di granella e la qualità proteica di quest’ultima.

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CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI

I semi secchi o freschi delle leguminose hanno un elevato contenuto proteico e sono ricchi di lisina, un aminoacido essenziale per la salute che non può essere prodotto dall’organismo e che assicura il benessere dei tessuti aumentando la produzione di collagene.

  • la lisina, inoltre, rafforza il sistema immunitario
  • potenzia l’assorbimento di calcio
  • mantiene in salute i vasi sanguigni
  • rafforza unghie e capelli
  • contrasta le emicranie
  • l’osteoporosi
  • l’ansia
  • l’irritabilità
  • la stanchezza
  • gli herpes. Caratteristiche dei legumi sono: la ridotta digeribilità e il considerevole contenuto di grassi (sopratutto di lupini e di arachidi); gravi controindicazioni sono invece segnalate in caso di manifestazioni allergiche, diabete e obesità.

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AVVERSITA’ DELLE LEGUMINOSE

Capitolo a parte meritano le avversità (atmosferiche ma soprattutto animali e vegetali) che colpiscono le leguminose.

Quindi continuate a seguirci per conoscerle da vicino e sapere come combatterle biologicamente.

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CENNI STORICI

Quasi tutte le varietà appartenenti alla famiglia delle Leguminose provengono dal bacino del mediterraneo, eccezione per la soia che ha origini orientali, il fagiolo e il lupino che provengono dalle Americhe.

I legumi hanno rappresentato la base proteica nella dieta delle popolazioni soprattutto meridionali fin dal Medio Evo, per poi essere abbandonati a partire dal secondo dopo guerra a causa del cambiamento delle abitudini alimentari e sociali, in favore delle proteine di origine animale.

Oggi, alla luce di nuove conoscenze in campo alimentare e alla crescente attenzione alla sostenibilità dei sistemi produttivi, le leguminose da granella, come fava, pisello, cece, lenticchia e cicerchia, sono state rivalutate.

 

La foto di apertura è stata scattata presso i Vivai Belfiore di Lastra a Signa Firenze, durante la mostra mercato Pomarium.

Copyright Giulia Premilli

 

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Manuela Serio

Manuela Serio

Nata e cresciuta a Lecce, dopo il diploma di Perito Agrario si laurea in Scienze Politiche con una tesi in Diritto Agrario Comunitario sulla legislazione dei vini DOC provenzali, presso “l’Université de droit, Sofia Antipolis” di Nizza. Nel 2013 consegue il diploma di Sommelier e dal 2014 collabora con l’Accademia dei Georgofili, curando le attività relative all’Expo 2015. Decide quindi di andare a vivere a Montepulciano e contribuire alla gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia ma anche di dedicarsi all’attività giornalistica nel settore agricolo ed enogastronomico e di wine taster and consultant per alcune strutture ricettive nel sud Salento. E’ un’appassionata di natura, agricoltura sostenibile, moto, cucina, tennis e vela.
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