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Il maestro giardiniere

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Carlo Pagani , più che un agronomo è il poeta delle foglie

E’ uno di quelli che nel cuore della gente è tutto bianco o tutto nero: lo adori o lo detesti. Esuberante di modi e di fantasia e per nulla intimorito dall’età (ne ha appena compiuti 64, ma non si ricorda l’anno di nascita neppure quando deve declinare ufficialmente le generalità), si è ritagliato sul campo un ruolo e una credibilità nel mondo del giardinaggio e, nell’ultimo decennio, sui media nazionali. Le signore e i giardinieri amatoriali immancabilmente lo adorano, per accontentarli lui inventa nuovi format televisivi, tiene corsi frequentatissimi, accetta l’invito per conferenze in ogni dove, accompagna i visitatori curiosi di verde nei tour alla scoperta dei giardini, e, scegliendo con cura chi e quando, accoglie alcuni nel suo bosco che è un regno fatato di cose genuine e serene, per questo stupefacenti. Signori, ecco a voi il maestro giardiniere. Alias Carlo Pagani di Budrio, un vero bolognese con le bollicine incorporate come il lambrusco, uno che le piante e i giardini non li conosce per sentito dire, ma per frequentazione quotidiana negli ultimi quarantacinque anni. Da molto più tempo, se si comprende tutto.
In uno dei suoi biglietti da visita (ne ha uno per ogni occasione) mostra, in un bianco e nero vagamente seppiato, un bambino magro con le ginocchia ossute che escono dai pantaloncini corti e la frase “Da grande farò il giardino alle signore”.  Quando si dice avere le idee chiare sin da piccoli. Ha rotto le scatole alla mamma da moccioso ostinato, e combinato qualche memorabile discolata in nome delle piante; poco più che adolescente ha affittato un campo e ha cominciato a piantare gladioli da fiori recisi, in età da soldato ha preso ordini da Pietro Porcinai per costruire giardini. Quando si è sentito pronto, ha fondato Flora 2000 e i giardini ha cominciato a farli a suo modo, per poter mettere a dimora piante e poesia, fiori e sogni. Pagani è un capitano di lungo corso che di giardini ne ha realizzati circa mille prima di cedere un poco il testimone ai figli, ma solo perché, avendo ormai imparato tutto ciò che voleva sapere su metodi e segreti per fare giardini, ha deciso che era tempo di passare ad altre esperienze. Prima ha riempito il vivaio del suo garden center con collezioni di piante. Quando ancora l’Italia dei giardini brancolava nel buio senza saper distinguere con il nome varietale una cotogna meliforme da una periforme, Carlo Pagani ne ha proposte cinque o sei varietà debitamente cartellinate e ha meticolosamente raccolto e catalogato la frutta delle vecchie varietà, prima emiliana, poi di altre regioni. Adesso tutti li chiamano frutti antichi; chi conosce da inizio anni Ottanta questo bolognese dal fiuto fine e dalla curiosità sconfinata ride complice con lui, che ha spianato la strada a tutti gli altri. E così per le rose antiche, per i lillà, per gli arbusti rari.
Continua ad amare follemente le rose perché interpretano la sua ricerca di poesia nelle cose, e le piante delle collezioni adesso le cura nel suo grande bosco, dove lo scoiattolo Ugo viene sin sulla tavola a rubare i bocconi migliori e gli uccelli hanno un albergo diffuso sugli alberi e una radura con spartiti e posatoi per le lezioni di canto e l’intrattenimento degli ospiti del bosco. Ma approfondire troppo l’argomento al maestro giardiniere Carlo Pagani potrebbe dispiacere parecchio. Il bosco è la sua via di fuga da ogni clamore, il suo laboratorio di ricerche, la sua oasi di pace agreste. In fondo, dove finiscono i pioppi neri secolari e comincia la luce, il maestro giardiniere si ritira a zappare e seminare un grande orto da wunderkammer. E quando fagiolini stringa, caroselli puglesi, fagioli zolfini, pomodori neri e peperoni bianchi lo hanno caricato, ritorna nel mondo nella sua veste di divulgatore che si affaccia dal televisore e dalle pagine dei giornali  con effervescente bonomia per rendere partecipi gli italiani della gioia incontenibile che le piante gli procurano.

Info: http://www.flora2000.it/ 

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Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini, naturalista, fotografo e giornalista dal 1985, ha collaborato e collabora con le principali testate del verde italiane. Tiene una rubrica su Gardenia. Traduce e cura l’editing di libri di settore e di enciclopedie di giardinaggio a fascicoli. Ha scritto libri per Fabbri, Edagricole, De Agostini, Zanfi, Cairo, Giunti. Spia con interesse l’evoluzione dell’editoria nel web e fa pratica dei nuovi linguaggi con il blog mimmapallavicini . Vive sulle montagne biellesi.
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