L’azienda vitivinicola I Balzini produce ottimo vino con l’80% dell’energia autoprodotta
Non è una questione di moda o di mera convenienza economica: la scelta “verde”, stavolta, è radicale e articolata. Già, perchè l’azienda vitivinicola “I Balzini” – dieci ettari di terra a Pastine, lungo i declivi delle colline di Colle val d’Elsa – ha optato da tempo per soluzioni all’insegna della sostenibilità ambientale. Non solo portando il fotovoltaico nelle proprie cantine, ma anche riducendo la quantità di vetro usato per ogni bottiglia e usando packaging innovativi e meno inquinanti. A spiegare la filosofia dei “Balzini” è Antonella D’Isanto, anima stessa della tenuta insieme al marito Vincenzo e alla figlia Diana, reale ispiratrice della scelta “verde” dell’azienda toscana. “Diana imperversa per la casa con i sacchetti per la raccolta differenziata – esordisce, scherzosa, Antonella – e guai a sbagliare, con le bottiglie per la raccolta dell’olio fritto che fa smaltire a parte.
Noi che lavoriamo la terra siamo i custodi del territorio: non bisogna parlare di terroir per declinare le potenzialità e unicità di un vino, quel terroir esiste e io devo rispettarlo, custodirlo, amarlo, mantenerlo per i miei figli e nipoti”. Da qui, dunque, la scelta del fotovoltaico sul tetto dell’antica casa colonica: “Per un’azienda vinicola non è una decisione strana o atipica – aggiunge – basti pensare che noi produciamo energia per l’80% del nostro fabbisogno. E dire che di energia ne consumiamo davvero tanta, in quanto abbiamo tutta la cantina e le bottiglierie climatizzate. L’impianto non è stato finanziato da alcun ente o fondo, ma è stato fatto solo con le nostre risorse”. Quindi la scelta dei “Balzini” non è stata di opportunità ma fortemente voluta, ed ha richiesto – insieme a un grosso impegno economico – anche una buona dose di lungimiranza.
C’è di più: da qualche anno Antonella e Vincenzo D’Isanto hanno aderito con entusiasmo alla campagna di sensibilizzazione “Meno pesa più vale”, per ridurre per quanto possibile l’impatto ambientale della propria produzione di vino. Non si tratta dunque soltanto di utilizzare al minimo i prodotti chimici nei vigneti, ma anche di fare attenzione all’intera filiera produttiva, nella quale il vetro rappresenta uno dei passaggi fondamentali, ossia quello dell’imbottigliamento. Ecco che allora le bottiglie scelte per imbottigliare l’annata 2006 de I Balzini White Label e I Balzini Black Label pesano 650 grammi, ossia 100 grammi in meno di quelle usate fino a ora. Il che non è affatto poco, se consideriamo che il peso del vetro utilizzato per le bottiglie di vino in Italia arriva in un anno alla folle cifra di 63.500 tonnellate, più o meno pari a 10 torri Eiffel. Ma la vena “verde” dell’azienda tra Barberino e Colle val d’Elsa non si esaurisce qui: “Quest’anno – continua Antonella D’Isanto – manderò alle guide e ai giornalisti i campioni per i concorsi esclusivamente in scatole di cartone speciali brevettate per le spedizioni, abolendo così la plastica e il polistirolo. Anche questo è un mio contributo all’ambiente: non basta prlare del protocollo di Kyoto, ognuno di noi deve dare il proprio contributo. I custodi del terroir siamo noi”.
Società Agricola I Balzini Loc. Pastine, n. 19, Barberino Val d’Elsa (FI) www.ibalzini.it