Partono i laboratori per tingere lino, cotone e seta con le erbe della flora spontanea
Laboratori di tintura dei filati con le erbe spontanee della flora sarda. E’ questo che organizza in giro per la Sardegna da quasi dieci anni Maria Luisa Ledda, una agronoma di Quartucciu (in provincia di Cagliari) esperta di formazione ed educazione ambientale. Il suo primo contatto con la tecnica tintoria tradizionale risale al 2001 grazie all’incontro con l’artigiana tessitrice Doloretta Ghiani: «ho partecipato a un suo corso e visto il mio interesse per le piante e la natura ho cominciato un mio percorso di sperimentazione e approfondimento della tintura con le erbe. Facendo la formatrice, condividere le conoscenze antiche sulla tintura è stato naturale».
Così sono nati i corsi in cui si impara a riconoscere le piante adatte, si raccolgono sul posto e si arriva alla fine del percorso a tingere lana, seta, lino e cotone. I laboratori sono rivolti agli amanti della natura e delle tradizioni, alle persone creative e a chi vuole disporre di uno strumento pratico per l’educazione alla sostenibilità. Durano tutta la giornata di sabato e di domenica e non hanno un numero minimo di partecipanti: «per una questione di rispetto verso chi si iscrive, fissiamo un prezzo e una data, che non variano a seconda del numero di iscritti» precisa Maria Luisa.
Le piante si raccolgono nel bosco o in campagna e sono principalmente la robbia, la dafne, l’alaterno,l’asfodelo, le foglie di noce e la lavanda. Dopo averle pulite e averne fatto dei decotti si passa alla tintura realizzata con l’ausilio dell’allume di rocca, che agisce come fissatore. «Ogni partecipante torna a casa con i suoi “appunti colorati”: un campionario in cui a porzioni di tessuti e filati tinti durante il corso si affiancano delle note tecniche che permettono di riprodurre autonomamente l’intero processo». Oltre alle stoffe spesso si testano rafia o fili di giunco per i cestini e dopo i corsi c’è chi ha approfondito la tecnica con il feltro o nel proprio percorso artistico legato alla tessitura. E c’è addirittura chi ha usato le tecniche nel proprio lavoro per colorare la cartapesta.
«Imparare ad utilizzare la flora locale per tingere i capi, oltre a tener viva una tradizione e far crescere le proprie competenze può aiutare anche a crearsi un reddito rispettando l’ambiente. La tecnica tintoria ha uno stretto legame con il territorio e la tradizione e, utilizzando in maniera sostenibile una risorsa locale oggi soppiantata da coloranti chimici – conclude Maria Luisa – si proietta in avanti con un’ottica sostenibile. Stimolando la creatività e l’autonomia nel lavoro».
Maria Luisa Ledda | Quartucciu (Cagliari) | [email protected] | www.tingereconleerbe.blogspot.com