Uno studio americano sulle api dice che la morte delle colonie è dovuta dagli insetticidi
Una ricerca condotta per conto del Dipartimento dell’Agricoltura del governo degli Stati Uniti dimostra che esiste una correlazione tra l’uso di pesticidi e la morte delle api. La cosiddetta sindrome da collasso delle colonie, fenomeno che ha sterminato tantissime le api in tutto il mondo sarebbe favorita dall’utilizzo anche in piccole dosi di insetticidi neonicotinoidi come il imidacloprid prodotto dalla Bayer.
La ricerca come riporta il quotidiano britannico “The indipendent” è rimasta inedita per due anni e sarà presto pubblicata. La preoccupazione dei ricercatori è che i neonicotinoidi, che attaccano il sistema nervoso centrale, siano anche “sistemici”, cioè che colpiscano ogni parte della pianta trattata, tra cui il polline e il nettare. Questo vuol dire che le api e gli altri insetti impollinatori li possono assorbire e riportarli nelle arnie o nidi.
Secondo il dottor Jeffrey Pettis, che ha guidato questo studio nel laboratorio sulle api di Beltsville, Maryland, la vulnerabilità degli insetti verso l’infezione è accresciuta dalla presenza dell’imidacloprid, anche se utilizzato in dosi bassissime.
Uno studio simile pubblicato sulla rivista Environmental Microbiology è stato condotto contemporaneamente in Francia dall’Istituto Nazionale per la Ricerca Agricola di Avignone. Anche i ricercatori francesi sono giunti alle stesse conclusioni: : “Abbiamo dimostrato che l’interazione tra nosema e un neonicotinoide (imidacloprid) ha significativamente indebolito le api.”
La Bayer, ribadisce che tali prodotti sono sicuri per le api, se usati in modo appropriato. Ciononostante i neonicotinoidi sono stati già ampiamente correlati alla moria di questi insetti infatti i neonicotinoidi sono stati banditi, in misura diversa, in Francia, Germania, Italia e Slovenia, mentre sono ancora liberamente venduti e ampiamente utilizzati negli Stati Uniti e Gran Bretagna.