Si chiama ‘Transforming Food Waste into a Resource’ il libro-denuncia che si presenterà all’Accademia dei Georgofili di Firenze, venerdì 3 febbraio
Secondo stime FAO, un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano è perduto o sprecato; tale quantità ammonta a circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. Secondo i dati di Last Minute Market, in Italia nel 2010 si sono letteralmente ?bruciati? 11.201.521.410 ? di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili. A livello domestico, nel nostro Paese, si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini. Proprio da queste cifre, e dalla consapevolezza che è necessario mettere un freno immediato al dilagare dello spreco alimentare, ha preso avvio l?attività del Last Minute Market, spin off dell?Università di Bologna ideato e presieduto dall?economista Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria dell?Università di Bologna. E contestualmente, ha preso avvio il progetto ?Un anno contro lo spreco?Secondo stime FAO, un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano è perduto o sprecato; tale quantità ammonta a circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. Secondo i dati di Last Minute Market, in Italia nel 2010 si sono letteralmente “bruciati” 11.201.521.410 € di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili. A livello domestico, nel nostro Paese, si sprecano mediamente il 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pasta e pane, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini.
Proprio da queste cifre, e dalla consapevolezza che è necessario mettere un freno immediato al dilagare dello spreco alimentare, ha preso avvio l’attività del Last Minute Market, spin off dell’Università di Bologna ideato e presieduto dall’economista Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. E contestualmente, ha preso avvio il progetto “Un anno contro lo spreco” che, dieci giorni fa, ha portato il Parlamento europeo in assemblea plenaria a proclamare il “2014 Anno europeo contro lo spreco alimentare”.
Un approfondimento prezioso di questi temi è trattato nel libro “Transforming Food Waste into a Resource“, scritto a quattro mani da Andrea Segrè con la ricercatrice Silvia Gaiani, prefatto da Vandana Shiva, edito per il mercato editoriale internazionale e in particolare da RCS Publisher, Cambridge (UK). Il libro sarà presentato in Italia, in prima nazionale, venerdì 3 febbraio, a Firenze, nella sede dell’Accademia dei Georgofili (presso l’antica Torre de’ Pulci, con ingresso dalle Logge degli Uffizi Corti),nel corso di una conversazione con l’autore, Andrea Segrè, condotta dal vicepresidente dell’Accademia dei Georgofili Federico Vecchioni, presidente di Agriventi, con la partecipazione degli europarlamentari Salvatore Caronna ed Elisabetta Gardini, da anni impegnati su questi temi. Sempre di Andrea Segrè è il recentissimo libro “Basta il giusto”, edito Altreconomia, in cui si approfondiscono le tematiche legate alla necessità di procedere verso una società più giusta e sostenibile.
Come spiegano Andrea Segrè e Silvia Gaiani, autori del libro “Transforming food waste into a resource”, «Il 50% del cibo prodotto nel mondo viene sprecato. Se l’intera popolazione mondiale avesse la stessa voracità di noi europei, sarebbero necessari tre pianeti per produrre la quantità di cibo richiesta. In Gran Bretagna, a livello domestico, 18 milioni di tonnellate di cibo perfettamente commestibile (per un valore pari a 14 miliardi di sterline) vengono gettate via ogni anno. Solo in Italia – secondo Il Libro Nero degli sprechi 2010 realizzato da Andrea Segrè e Luca Falasconi- 240 mila tonnellate di cibo del valore di oltre 1 miliardo di euro restano invendute nel retro dei negozi di alimentari e nella grande distribuzione: queste 240 mila tonnellate potrebbero nutrire 600.000 persone con tre pasti al giorno per un anno.
La complessità dei processi dinamici alla base dello spreco impone un disperato bisogno di riconsiderare le relazioni economiche e i valori sociali alla luce della sostenibilità e della eco-efficienza. È necessario procedere verso una società più etica ed ecologica. Una delle ragioni principali dello spreco è la crescente distanza tra i luoghi dove si produce il cibo e quelli in cui lo si consuma.
Lo spreco alimentare può diventare una risorsa e un’opportunità: riutilizzare e riciclare dovrebbero diventare le nuove parole chiave del 21 ° secolo. Dobbiamo spostare l’attenzione dalla quantità alla qualità, dai bisogni indotti alle necessità reali, tenendo presente che ogni nostra azione – e quindi anche le nostre scelte alimentari – hanno impatti ambientali, economici e nutrizionali. Dobbiamo cercare di attuare processi sostenibili, per affermare una nuova logica che si concentri sulla sufficienza ed efficienza, intesa come una funzione della qualità. Per salvarci dalla “tirannia dell’effimero” abbiamo bisogno di reinventare la nostra vita intorno a 2 nuovi principi: leggerezza e trasparenza. Leggerezza si riferisce alla sobrietà e l’abolizione del superfluo.
La trasparenza è una necessità e il risultato di una scelta: abbiamo bisogno di trasparenza nella comunicazione (i consumatori hanno bisogno di sapere quanto cibo viene gettato via ogni giorno nel loro paese e nel mondo) e nella etichettatura dei prodotti alimentari. Trasparente dovrebbe essere il mercato in modo da consentire ai consumatori di esprimere le loro preferenze di consumo. Daniel Goleman definisce “trasparenza radicale” l’atteggiamento attraverso il quale riusciamo a fare del bene all’economia, all’ambiente e alle persone».
Info: www.unannocontrolospreco.org www.georgofili.info