Nutrizione, questa sconosciuta: sempre più cibo spazzatura, sempre più disattenzione, sempre più bambini che mangiano male.
Il risultato è una preoccupante percentuale di sovrappeso infantile nel nostro Paese: come porvi rimedio?
Partendo dall’autoeducazione alimentare e da nuove abitudini di vita, proviamo a comprendere le cause di questo fenomeno.
L’educazione alimentare inizia nella pancia, non nella propria, ma in quella della mamma.
Recenti studi dimostrano, infatti, che il bambino inizia a conoscere i sapori già durante i nove mesi di gravidanza, prosegue poi con l’allattamento materno, e conclude con l’inizio dello slattamento.
Il bambino diventa ciò che vede in famiglia, per cui se in famiglia si mangia male, è molto probabile che lui stesso mangerà male; se in famiglia c’è grande attenzione all’aspetto nutrizionale e alimentare, allora il bambino sarà impregnato di questa sensibilità.
Inutile girarci attorno: non ha senso spronare verbalmente il proprio figlio a mangiare la verdura, se noi siamo i primi a non cibarcene.
Si educa con l’esempio.
Purtroppo sembra che in Italia non sia così: da sempre rinomato come uno dei paesi dove si mangia meglio al mondo, la percentuale di bambini obesi nel nostro Paese è altissima.
ALCUNI DATI STATISTICI
Secondo i dati di Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza nazionale dedicato a raccogliere informazioni sugli stili di vita dei bambini della scuola primaria (classe terza), sul loro stato ponderale e sulle iniziative scolastiche che favoriscono una nutrizione sana e uno stile di vita attivo, 3 bambini su 10 sono in sovrappeso.
L’indagine 2016 rileva che è in sovrappeso il 21,3% dei bambini, di cui 9,3% obesi: il trend risulta essere in discesa rispetto al 2008, anno in cui sono iniziati i monitoraggi, ma in leggera salita rispetto al 2014.
I bambini obesi, invece, continuano a scendere, anche se la percentuale rimane comunque preoccupante.
Scorretta alimentazione, poca attività fisica, poco gioco all’aperto, quali sono i motivi per questa piaga che affligge le future generazioni?
I report 2016 di Okkio alla Salute ci dicono che l’8% dei bambini salta la prima colazione, il 33% consuma una colazione sbilanciata tra carboidrati e proteine, ben il 53% fa una merenda di metà mattina inadeguata, ossia troppo calorica e abbondante.
Il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non mangiano frutta e/o verdura e il 33% che i propri figli bevono bevande zuccherate e gassate: questo trend si presenta in miglioramento rispetto al 2014.
Direttamente proporzionale al problema obesità abbiamo quello della sedentarietà: il 44% dei bimbi della ricerca di Okkio alla Salute 2016 ha la tv in camera.
Il 23,5% dei bambini dedica non più di un giorno a settimana ai giochi all’aperto, mentre il 33,8% ad attività sportive organizzate.
Va da sé che la famiglia ha grandi responsabilità in merito: colpiscono assai i dati dell’indagine che ci presentano un panorama dove il genitore spesso non è consapevole della problematica.
Infatti, il 37% delle madri di bambini sovrappeso ritiene che il proprio figlio sia normo/sottopeso, e solo il 30% ritiene che il proprio figlio mangi troppo.
Inoltre, solo il 38% delle madri ritiene poca l’attività fisica svolta dal proprio bambino.
LA CORRETTA ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO
Ma quindi che cosa dovrebbe mangiare un bambino, o ancora meglio, quale dovrebbe essere la sua giornata tipo?
Ad ogni età corrisponde un’alimentazione particolare, è quindi bene consultare medici specializzati in nutrizione, naturopati, solitamente più informati in merito rispetto al pediatra di base: è molto importante che ogni bambino abbia una dieta bilanciata per la sua corporatura e per il suo stile di vita.
Vi sono però delle regole generali importanti da osservare.
La prima e fondamentale è l’autoeducazione.
Il bambino ci osserva, impara da ciò che facciamo e siamo.
Il genitore dà l’esempio, quindi inutile pretendere che mangi la verdura se noi per primi la disprezziamo.
Iniziamo con cibi sani e naturali fin dalla gravidanza, proseguendo poi in allattamento, in modo che il nascituro si abitui a questi gusti.
Il bambino dovrebbe vedere in tavola ogni giorno moltissimi colori di verdure diverse, dovrebbe vedere la materia prima trasformarsi in cibi buoni e sani, evitando il più possibile cibi confezionati e già pronti.
Cerchiamo di organizzare bene il calendario alimentare settimanale, in modo da non stressarci troppo e dare alla famiglia cibo sano e fresco.
Gli alimenti che mettiamo in tavola devono essere freschi, vari, di stagione e biologici: variamo il più possibile gli alimenti, cerchiamo nuove ricette saporite che possano attrarre la curiosità dei nostri figli, lasciamoli sperimentare, cucinare con noi, in fase di slattamento proponiamo assaggi vari, permettiamo loro di scoprire ciò che li attende a tavola.
Fino ai tre anni evitiamo cibo spazzatura: patatine, zucchero bianco, bevande zuccherate e gasate, succhi di frutta non casalinghi.
Dopo i tre anni limitiamoli – sarebbe opportuno escluderli proprio – ma se ciò non fosse possibile, tentiamo di contenerne le quantità.
Recenti studi dimostrano che lo zucchero attiva recettori oppioidi creando una vera e propria dipendenza, oltre ad essere uno dei maggiori responsabili dell’obesità infantile.
Se vuoi scoprire come cominciare una sana alimentazione sin da neonato leggi il nostro articolo che trovi QUI.
LA GUIDA IN 3 PUNTI
Mangiare almeno tre porzioni di verdura al giorno, di stagione e biologica.
La frutta fresca utilizziamola come spuntino, insieme a quella a guscio (mandorle, noci, nocciole) e ai semi oleosi (semi di zucca, di girasole).
Mangiare integrale e limitare le proteine animali
Dopo i tre anni preferiamo una discreta varietà di cereali, meglio se semintegrali, legumi ammollati almeno 12 ore, leggermente germogliati poiché più digeribili.
Le proteine animali consigliate sono le uova e il pesce azzurro di taglia piccola, limitiamo la carne rossa, mentre sempre più medici consigliano la carne bianca non più di due volte a settimana.
Integratori
Informiamoci per una corretta integrazione di vitamine e nutrienti: anche se riusciamo a dare una buona varietà di cibo, l’inquinamento atmosferico e territoriale genera cibo sempre meno ricco di nutrienti.
È quindi importante integrare, sotto stretto consiglio medico.