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La rosa canina: proprietà, uso, storia e marmellata

Cosa trovi in questo articolo

La rosa canina, ricca di Vitamina C e antiossidanti è efficace per rafforzare le difese dell´organismo. Qui la ricetta della marmellata di rosa canina

La rosa canina, dalle proprietà antiossidanti è un arbusto spinoso perenne originario dell’Europa e dell’Asia Occidentale. Si trova in modo particolare allo stato selvatico in boschi, terreni incolti, ai margini di strade, ecc. e può raggiungere i 4 mt. di altezza. I fiori hanno un gradevole profumo, nella maggior parte dei casi sono di colore bianco oppure rosa; il periodo di fioritura della rosa canina va dalla tarda primavera all’estate. I frutti sono delle specie di bacche quasi sempre di colore rosso ed al loro interno contengono tanti noccioli; quando giungono a maturazione (nel tardo periodo autunnale) possono essere mangiati.

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SIMBOLISMO
Questa pianta deve l’appellativo botanico “canina” a Plinio il Vecchio, che riportava l’aneddoto di un soldato romano morso da un cane e guarito dalla rabbia, grazie all’assunzione di un decotto di radici. Nel linguaggio dei fiori, la rosa canina simboleggia sia la poesia che l’indipendenza.
Viene menzionata persino nella Bibbia: la corona di spine di Gesù era presumibilmente realizzata con i rami di questo arbusto.

ROSA CANINA PROPRIETA’
La Rosa canina è molto conosciuta per la sua efficacia nel rafforzare le difese dell´organismo: i suoi piccoli frutti risultano essere le “sorgenti naturali” più concentrate in Vitamina C, presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto agli agrumi tradizionali (arance e limoni) e per questo in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell´organismo. Altro componente degno di nota è il licopene, un rinomato e potente antiossidante che, tra gli altri, aiuta a ridurre il colesterolo LDL, a combattere l’invecchiamento e l’infiammazione.
Essa ha avuto un ruolo importante nella fornitura di Vitamina C ai bambini britannici durante la seconda guerra mondiale in sostituzione della fonte normale degli agrumi. Alla fine della guerra il raccolto annuale era di circa 450 tonnellate, e la raccolta di frutti di rosa canina continuò fino ai primi anni ´50.

ROSA CANINA RIMEDI
Recenti studi compiuti da ricercatori della Frederiksberg University di Copenaghen hanno dimostrato l’utilità dell’estratto di rosa canina anche contro i dolori da artrite: questo rimedio riduce in modo significativo i dolori anche forti nel 90% dei casi (in particolare, i dolori alle mani) . Questo rimedio si pone come una valida ed efficace alternativa (o integrazione) ai farmaci antidolorifici di sintesi che spesso producono anche pesanti effetti collaterali.
In cosmetica, la maschera di bellezza ottenuta omogeneizzando con frullatore i “frutti” freschi di Rosa canina è una delle più efficaci per il suo effetto schiarente, levigante e tonificante della pelle. Molto nota è l´acqua di rose ottenuta con delicato riscaldamento di petali freschi, rimedio apprezzato in caso di rughe, couperose ed altri inestetismi cutanei. La Rosa Canina sia sotto forma di tisana che in tintura madre, gemmoterapico o estratto secco titolato si trova in tutte le erboristerie. A seconda dell’uso che se ne vuole fare, è sempre meglio chiedere consiglio all’erborista su dosi e modalità di assunzione

INFUSO DI ROSA CANINA

1 cucchiaio raso di rosa canina bacche, 1 tazza d’acqua
Versare la pianta nell’acqua prima che arrivi al punto di ebollizione. Spegnere il fuoco. Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso di influenza o semplicemente per il delizioso sapore agrumato.

MARMELLATA DI ROSA CANINA

Lavare e mondare le bacche di rosa canina, privandole delicatamente dei piccioli neri. Aprirle a metà ed eliminare i semi e la tipica peluria. Metterle in uno scolapasta per sciacquarle bene. Prima di procedere alla cottura, pesare le bacche: il peso servirà per regolare la quantità di zucchero da usare successivamente. Trasferirle quindi in una pentola coprendole completamente con acqua e cuocere fino a quando non si saranno ammorbidite (circa 20-30 min.). A questo punto frullare le bacche fino a ottenere una specie di purè, dall’aspetto simile alla passata di pomodoro. Filtrare il composto ottenuto con un colino, in modo da eliminare filamenti residui, e ributtarlo in pentola aggiungendo zucchero (circa un terzo rispetto al peso delle bacche pulite). Portare a ebollizione, lasciando che la confettura si addensi, quindi spegnere la fiamma e versare in vasetti sterilizzati.

 

 

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Giulia Bartalozzi

Giulia Bartalozzi

Giornalista, dal 2009 è responsabile della comunicazione per l’Accademia dei Georgofili (la più antica accademia del mondo che si occupa di agricoltura, ambiente e alimentazione) e per la Società Toscana di Orticultura. Per queste due prestigiose istituzioni, gestisce i rapporti con la stampa, i notiziari on-line (www.georgofili.info, www.georgofili.world, www.societatoscanaorticultura.it), le newsletter e i social network. Autrice di libri per bambini con 5 titoli pubblicati da Giunti. Appassionata di natura, arte ed enogastronomia.
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