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Peperoncino: dalla coltivazione alla lotta biologica

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Per il Peperoncino nell’orto o sul balcone la coltivazione è sempre la stessa: grazie ai consigli di Manuela Serio possiamo sapere come anticipare la germinazione del peperoncino, come utilizzare il Phytoseiulus Persimilis contro i ragnetti rossi, come preparare il piretro, come concimare e trapiantare. Leggi tutta la guida!


Verdi, arancioni, rossi o gialli, con frutti eretti o penduli, conici o tondeggianti, lisci o grinzosi, lunghi pochi millimetri o fino a 20 cm, quasi tutti commestibili e facilmente coltivabili in tutta la nostra penisola. Sono i peperoncini ornamentali, appartenenti alla famiglia delle Solanacee e al genere Capsicum, che comprende fino a 50 varietà, incluso il peperone, la paprika e il pepe di cayenna. Le specie di Capsicum coltivate sono 5: Annuum, Baccatum, Chinense, Frutescens e Pubescens. Conosciamo da vicino il Capsicum Annuum.
ORIGINE DEL PEPERONCINO
I paesi di origine del peperoncino sono l’America centrale e meridionale; si hanno testimonianze della presenza del peperoncino selvatico fin dal 7000 a.c., ma le prime forme coltivate risalgono al 5000-3000 a.c.. Le varietà più antiche e selvatiche furono addomesticate dalle popolazioni precolombiane e si diffusero rapidamente in Africa, Asia, Giappone, sud-est asiatico ed Europa, grazie sopratutto ai coloni portoghesi.
LINEE GENERALI PER LA COLTIVAZIONE DEL PEPERONCINO
La coltivazione dei peperoncini richiede la creazione di un habitat ideale: il luogo deve essere luminoso ma la pianta non deve essere esposta direttamente ai raggi solari; il terreno sarà argilloso o sabbioso e con ph lievemente acido; il periodo ideale per la semina è all’inizio dell’anno; le irrigazioni delle piante saranno regolari da febbraio a ottobre, ma l’inverno è bene diradarle; la temperatura dovrebbe essere al di sopra dei 10° C e per tale ragione è consigliabile coltivare il peperoncino in vaso, in modo che nei mesi più freddi le piante possano essere riposte al riparo da temperature rigide. Queste indicazioni valgono in linea generale per tutte le varietà di peperoncini, ciononostante, tempi di fruttificazione e maturazione cambiano a seconda delle specie coltivate.
IL CAPSICUM ANNUUM
E’ il Capsicum Annuum la varietà più diffusa, che comprende anche il peperone dolce ed i cui tempi di maturazione sono di circa 3 mesi. Per evitare le gelate notturne è preferibile piantarlo in tarda primavera.

SEMINARE IL CAPSICUM ANNUUM
Interrare il seme 1 cm, nebulizzando il terriccio ed evitando il ristagno di acqua che potrebbe provocare marciumi e patologie. Porre il vaso in luogo soleggiato ad una temperatura tra i 20° e i 30° C. La germinazione avverrà in 3-4 settimane.
ANTICIPARE LA GERMINAZIONE DEL CAPSICUM ANNUUM: IL METODO SCOTTEX
Siamo a maggio e proprio non volete rinunciare alla semina del Capsicum Annuum? Oppure, il prossimo anno volete seminarlo per tempo ma vivete in climi freddi? il metodo Scottex è senz’altro la migliore tecnica per agevolare la germinazione del vostro Capsicum Annuum. Tale metodo consiste nel riporre i semi su alcuni strati di carta assorbente bagnata, posti in un contenitore di plastica sul cui coperchio verranno praticati dei fori, al fine di creare una buona areazione che, con l’ambiente umido dello scottex, rappresenta l’habitat ideale per la germinazione. Questa, mantenendo la temperatura tra i 20 e 30° e controllando che vi sia un’umidità costante, avverrà in una settimana. Il metodo più economico per mantenere la temperatura costante è quello di posizionare la scatola all’interno di un’altra scatola, possibilmente di legno o di cartone, sotto una lampadina calda, monitorando la temperatura con un semplice termometro.
IL TRAPIANTO
Il primo trapianto di Capsicum Annuum dovrà avvenire in un vaso di terriccio per semina e bisognerà assicurare alla pianta una costante nebulizzazione e una buona esposizione alla luce. Infine, si dovrà attendere lo sviluppo almeno delle prime 4 foglie ed i primi caldi, quando la temperatura notturna non scende al di sotto dei 15°, per trapiantare le piantine di peperoncino all’aperto o possibilmente in vaso, che consente di spostarle a seconda della luce o delle condizioni climatiche. Un terriccio universale, povero di azoto ma ricco di potassio e fosforo è il più indicato. Sfilare delicatamente il pane di terra con la pianta, ricordandoci di liberare le radici per consentirgli di crescere liberamente nel nuovo vaso e annaffiare regolarmente. In 2 mesi spunteranno i fiori che si trasformeranno in breve in frutti. Se proprio non volete rinunciare ai piccantissimi Capsicum Chinense come l’Habañero o il Naga Jolokia, potete acquistare una piantina di questa specie e seguire gli stessi consigli per il trapianto del Capsicum Annuum.
CONSIGLI E CURE INVERNALI
La potatura dovrà essere effettuata solo nei rametti poco vigorosi e in quelli secchi, lasciando 1 cm dal fusto principale. Non dimenticate di mettere un tutore per sostenere le piantine da eventuali giornate ventose e ricordate che in inverno il peperoncino ha bisogno di pochissima acqua.
PRINCIPALI MALATTIE DEL PEPERONCINO
Foglie che appassiscono e cadono? può essere sintomo di scarsa illuminazione, temperatura sbagliata, concimazioni o irrigazioni insufficienti. Controllate che non vi siano Afidi che si annidano nella pagina inferiore della foglia, questi aumentano la possibilità di attacchi fungini che, riducendo la capacità fotosintetica della pianta ne riducono anche la produttività e, talvolta, ne causano la morte. Gli Aleurotidi, invece, sono minuscole mosche che possono attaccare le foglie, rilasciando una sostanza che farà da barriera e ridurrà il potere della pianta di assorbire la luce, provocandone il blocco della crescita e della produzione. Si riconoscono perché scuotendo la pianta comparirà la tipica nuvola bianca composta da piccoli insetti volanti. Il Ragnetto rosso (Tetranychus), invece, è un acaro che si sviluppa facilmente in ambienti caldi e secchi, la pianta colpita da questo acaro assume un colore ruggine o giallo-grigio e deperisce visibilmente.
DIFESA BIOLOGICA DALLE MALATTIE DEL PEPERONCINO
Contro gli Afidi e gli Aleurodidi, un buona soluzione è rappresentata da prodotti a base di piretro, un insetticida naturale. Altro metodo naturale è la coccinella, predatore voracissimo di afidi che allo stato larvale è di colore bianco esattamente come la dannosa cocciniglia, con la quale non deve essere confusa. Il ragnetto Rosso si può prevenire spruzzando le foglie e mantenendo alta l’umidità ambientale. Un metodo semplice ed economico è rappresentato dall’uso di una terrina riempita di ciottoli tenuti sempre bagnati sulla quale riporre la pianta, facendo attenzione che l’acqua non raggiunga mai il fondo del vaso. Il Ragnetto Rosso si combatte con prodotti acaricidi. Infine, piantare il basilico tra le piante di peperone, le proteggerà dai parassiti.

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IL PIRETRO CONTRO AFIDI E ALEURODIDI
Le Piretrine si ottengono dalla macinazione dei capolini di alcune composite esotiche, appartenenti al genere Chrysanthemum (Pyrethrum), la cui specie più ricca di Piretrine è il C. Cinerariaefolium. Le Piretrine agiscono prevalentemente per contatto, con un’azione neurotossica molto rapida contro diversi insetti, che si manifesta con un’immediata paralisi degli stessi. E’ sconsigliato l’uso durante la fioritura, poiché potrebbero colpire anche le api impollinatrici. Caratteristiche sono: la bassa tossicità e la limitata persistenza che inficia però anche il suo potere insetticida. Per questa ragione, in commercio si trovano formulati associati ad altri prodotti. Le dosi per formulati al 4% sono di 70-100 ml/hl, da spruzzare nelle ore serali o al mattino presto.
PIRETRO FAI DA TE
Il piretro produce una enorme quantità di fiori che vanno lasciati essiccare direttamente sulla pianta. Una volta raccolti si pestano o si macinano fino ad ottenere una polvere sottilissima che poi va diluita in acqua: 1 cucchiaio raso di polvere di piretro in 1 litro di acqua. La soluzione così ottenuta, deve essere agitata energicamente e irrorata sulle piante.
UN ACARO BUONO CONTRO UN ACARO CATTIVO
La lotta biologica al Ragnetto Rosso si effettua con un acaro predatore, il Phytoseiulus Persimilis, appartenente alla famiglia dei fitoseidi, che si nutre del ragnetto rosso in tutti i suoi stadi, anche se predilige quello di uova. Punge le prede succhiandone i fluidi e provocandone la morte. Il numero di Phytoseiulus Persimilis da impiegare oscilla tra i 5 ai 10 per mq.
LA COCCINELLA CONTRO TUTTI
L’Adalia Bipunctata è un coleottero coccinellide, predatore di tutti gli insetti di cui abbiamo parlato. Questa coccinella si distingue per la presenza di due soli puntini sulle elitre. Allo stadio adulto questa coccinella è talmente vorace da arrivare a predare fino a 100 afidi al giorno. Le uova saranno poste su strisce da appendere alle piante, nella misura di 20 esemplari circa per mq. Gli adulti, invece, saranno depositati direttamente sulla pianta nella misura di circa 10 esemplari.

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coccinelle
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CONCIMAZIONE
Azoto, fosforo e potassio sono le sostanza nutritive di cui il peperone ha bisogno. A tal fine si può usare lo stesso concime del pomodoro. Il peperoncino deve essere concimato poco ma spesso e durante l’inverno questa pratica deve essere sospesa.
MISURARE LA PICCANTEZZA CON LA SCALA SCOVILLE
La piccantezza dei peperoncini è espressa in gradi Scoville, che si indica con la sigla SHU (Scoville Heat Unit). Ad esempio, il peperoncino italiano che nella Scala di piccantezza risulta essere leggermente piccante, ha un valore tra le 100 e le 500 unità Scoville. Mentre, un Jalapeño che è stimato come piccante, misura fino a 5000 unità Scoville ed il Trinidad Moruga Scorpion ha un valore tra 1 milione e 2.000.000 SHU.
CURIOSITA’
La sensazione di piccantezza e calore è data dal principio attivo del peperoncino, la capsaicina, resistente sia alle alte che alle basse temperature e concentrata soprattutto nella placenta, nei semi e nei filamenti del peperoncino. E’ proprio la capsaicina a far sì che il nostro cervello rilasci le endorfine, responsabili della sensazione di benessere e quasi di dipendenza, che avvertono i consumatori di peperoncini piccanti. La capsaicina è un alcaloide, pertanto, non essendo solubile in acqua per spegnere la piccantezza di un cibo risulta più efficace consumare il peperoncino con alimenti grassi o con una bevanda alcolica piuttosto che bere dell’acqua.

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Manuela Serio

Manuela Serio

Nata e cresciuta a Lecce, dopo il diploma di Perito Agrario si laurea in Scienze Politiche con una tesi in Diritto Agrario Comunitario sulla legislazione dei vini DOC provenzali, presso “l’Université de droit, Sofia Antipolis” di Nizza. Nel 2013 consegue il diploma di Sommelier e dal 2014 collabora con l’Accademia dei Georgofili, curando le attività relative all’Expo 2015. Decide quindi di andare a vivere a Montepulciano e contribuire alla gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia ma anche di dedicarsi all’attività giornalistica nel settore agricolo ed enogastronomico e di wine taster and consultant per alcune strutture ricettive nel sud Salento. E’ un’appassionata di natura, agricoltura sostenibile, moto, cucina, tennis e vela.
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