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Olio di colza: dalla cosmesi al biocombustibile (le guide)

Cosa trovi in questo articolo

L’olio di colza è amato negli Stati Uniti per l’alimentazione ma usato in gran parte per la produzione di biocarburanti. Scopriamo come viene usato nella cosmesi, a tavola e per le energie sostenibili!


Conosciuto soprattutto per i dibattiti a riguardo, l’olio di colza è un olio vegetale prodotto dai semi della colza, Brassica Napus, una pianta dai fiori colore giallo acceso o bianco, a seconda delle varietà, che appartiene alla famiglia delle Brassicaceae. Tuttavia, l’olio di colza può essere però ottenuto anche da varietà mutanti (OGM). La colza per ottenere l’olio viene coltivata ampiamente in molte zone del mondo, tra cui Italia, Canada, Stati Uniti, India, Germania e Francia e la sua produzione nel 2010, a livello mondiale, era seconda soltanto a quella di olio di palma e di soia.

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COSMESI, OLIO DI COLZA PER I CAPELLI

L’olio di colza può essere utilizzato per prendervi cura della chioma. Per dare lucentezza e idratazioni ai capelli, mettete 2 cucchiai di olio di colza e 1 cucchiaio di miele in un pentolino, scaldate e miscelate gli ingredienti per avere un pre-shampoo da massaggiare sui capelli umidi e poi risciacquare. Altrimenti, unite 1 cucchiaio di olio di colza a 1 cucchiaio di miele in un pentolino, scaldate e miscelate e poi unite 3 cucchiai di caffè e 2 cucchiai di infuso di orchidee.

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OLIO DI COLZA, DALLE LAMPADE AD OLIO AI BIOCARBURANTI
Storicamente, tra i primi impieghi dell’olio di colza va menzionato non certo quello alimentare: nel 1200 era infatti utilizzato per alimentare le lampade ad olio per illuminare le strade nell’Europa del Nord. Soltanto nel 1800 venne portato a tavola, ma non trovò molti consensi e si temeva che potesse avere effetti collaterali per la salute umana causati dal suo consumo e per questo non venne ritenuto preferibile ad altri olii vegetali per il consumo alimentare. Proprio alla fine dell’Ottocento inoltre l’olio di colza cominciò ad essere utilizzato come combustibile per autotrazione: il motore Diesel di Rudolph Diesel venne originariamente pensato per funzionare proprio con olio vegetale, ma fu sostituito dall’olio minerale detto gasolio diesel. In seguito, negli anni 60 del Novecento l’olio di colza, opportunamente trattato, è risultato adeguato all’utilizzo come biocarburante, ipotesi che è tornata in auge negli ultimi anni per la produzione di biodiesel “fai-da-te”.

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OLIO DI COLZA A TAVOLA: I RISCHI DELL’ACIDO ERUCICO
Nel XIX secolo, come accennato, l’olio di colza ha cominciato a trovare impiego anche in cucina. Da subito la ricerca scientifica e i medici mostrarono preoccupazioni che negli anni 1960-70 sono state evidenziate da una serie di studi: i problemi sono legati principalmente al contenuto di acido erucico nell’olio di colza. Si tratta di un lipide considerato cardiotossico per l’organismo umano, che potrebbe portare a danni al fegato e all’apparato cardiovascolare.

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NUOVE VARIETÀ DI OLIO DI COLZA: L’OLIO DI CANOLA
Proprio per evitare rischi per la salute, la pianta della colza è stata trattata da studiosi e ricercatori per ottenere un tipo di olio di colza con un più basso contenuto di acido erucico: in Canada è nato così l’olio di canola (CANadian Oil Low Acid), con meno del 2% di acido erucico. Si tratta comunque di un olio raffinato che potrebbe rivelarsi ugualmente dannoso per la salute. Da quel momento in poi, sono state sviluppate tante varietà di colza per la produzione di olio di colza per modificarne concentrazione di acido erucico e la distribuzione di acidi grassi. Anche per questo, la maggior parte dell’olio di colza proviene dalle produzioni OGM (Organismi Geneticamente Modificati).

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OLIO DI COLZA NELLA PRODUZIONI ALIMENTARE
Mentre l’olio di colza con alto contenuto di acido erucico viene dunque impiegato dall’industria chimica per la fabbricazione di bio-carburanti e lubrificanti, l’olio di canola (cioè l’olio di colza geneticamente modificato con più basso contenuto di acido erucico) viene utilizzato dall’industria alimentare per prodotti confezionati come dolci, creme, grissini, prodotti surgelati. Oltre ad aver modificato il contenuto di acido erucico, l’olio di canola sarebbe ricco sia di omega3 che di fibre. Inoltre, è molto economico e per questo il suo impiego è largamente diffuso nelle aziende alimentari e nei punti ristorazione che lo scelgono per la frittura. In particolare, negli Stati Uniti l’olio di colza (canola) viene utilizzato largamente dalla popolazione come olio alimentare per le sue proprietà nutritive: addirittura, l’FDA considera l’olio di colza un alimento in grado di favorire la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Ad ogni modo, in Italia abbiamo a disposizione oli ben più pregiati e dai valori nutritivi sicuramente accertati.

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L’OLIO DI COLZA E IL PROBLEMA AMBIENTALE
La coltivazione dell’olio di colza avviene soprattutto per alla fabbricazione di biocarburanti che tuttavia richiedono grandi appezzamenti di superficie agricola che viene così sottratta alla produzione di grano per l’alimentazione umana.

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Giorgia Fanari

Giornalista pubblicista freelance, blogger, social media specialist, laureata in Linguistica, sin da piccola le sue passioni sono l’ambiente e la scrittura. Nata e cresciuta a Roma, ama la sua città eterna ma le piace guardarsi intorno e viaggiare. Giorgia scrive e fotografa per l’Agenzia Giornalistica Globalpress, Eco dalle Città, collabora con l’ufficio stampa Press Play e partecipa come analista alla trasmissione di Rai Tre Tv Talk. Il suo blog è theecoowl.it. Da 8 anni è volontaria per Greenpeace Italia.
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