La storia di un frutto bizzarro, la Bizzarria appunto, che costituisce tra gli agrumi della collezione medicea toscana il fiore all’occhiello del giardino di villa Castello
La Bizzarria, o per esattezza il Citrus Aurantium “Bizzarria” è – come dice il suo stesso nome – una rarità, una chimera, un agrume unico e particolarissimo che, pur avendo i caratteri genetici dell?arancio amaro, si presenta morfologicamente come tre specie diverse di agrumi: arancio amaro, cedro e limone, contenuti contemporaneamente nello stesso frutto.
La Bizzarria, o per esattezza il Citrus Aurantium “Bizzarria” è – come dice il suo stesso nome – una rarità, una chimera, un agrume unico e particolarissimo che, pur avendo i caratteri genetici dell’arancio amaro, si presenta morfologicamente come tre specie diverse di agrumi: arancio amaro, cedro e limone, contenuti contemporaneamente nello stesso frutto. I suoi frutti sono infatti mostruosi: bitorzoluti e di colore giallo, arancione e verde.
Pietro Nati, direttore dell’orto botanico di Pisa, scrive nel 1674 una Osservazione fitologica fiorentina del pomo cedrato-arancio in Firenze volgarmente La Bizzarria e si rivolge nel’introduzione al Marchese Don Lorenzo Panciatichi nel giardino del quale, nella villa di Torre degli Agli, era stata scoperta nel 1644 la Bizzarria. Scrive Nati: “Il nuovo pomo aureo nato per la prima volta nello amenissimo giardino della tua magnifica villa suburbana, che una volta suscitò l’ammirazione di tutta la Toscana e che ora più largamente propagato per mezzo dello innesto merita il plauso universale di tutto il mondo, …richiedeva uno scrittore piacevole che rendesse pubblica la sua notizia storica e le ignote cause della sua origine…”.
L’origine di questa “Bizzarria” è stata infatti lungamente dibattuta. Altri casi di bizzarria si sono verificati e si verificano tuttora in diverse piante. La loro origine è attribuibile o ad ibridi d’innesto, cioè gemme che si formano nel punto in cui vengono a contatto i tessuti di due piante diverse innestate tra loro, oppure per insorgenza di una mutazione in cellule di apici vegetativi.
Francesco Redi così la descrive in una lettera del 1665 al cardinale Leopoldo de’ Medici: “…una bizzarria esternamente fatta a strisce alternative irregolarmente di cedrato e d’arancio…la tagliai nel mezzo e .. mi avvidi di aver tagliato tre pomi incastrati l’uno nell’altro.
Il primo conteneva in seno gli altri due. L’altro pomo che succedeva era un’arancia schietta tanto nella buccia quanto nell’agro, il terzo e ultimo pomo…era un cedrosino ben fatto e senza punto di mescolanza d’arancio.” Ne parla anche Paolo Bartolomeo Clarici, nella Istoria e coltura delle piante (1726), definendo la Bizzarria “una pianta di sua natura non generata dal caso né dell’arte prodotta”. Un frutto di questo strano agrume fu disegnato nel XVII secolo dal pittore Baldassarre Franceschini il Volterrano, il quale lavorò presso le Ville Medicee di Castello e La Petraia.
La Bizzarria, che ha affascinato i botanici per secoli, ha avuto anche un destino bizzarro: si pensava che fosse andata perduta all’inizio del ‘900 e invece è stata ritrovata da Paolo Galeotti, responsabile del giardino della Villa Medicea di Castello, negli anni ’80. Da allora, riprodotta tramite innesto e conservata, è stata portata anche nel giardino di Boboli e presso l’orto botanico di Firenze e si spera che non vada nuovamente perduta!
Dove si può acquistare la Bizzarria: Vivai Oscar Tintori via tiro a segno 55 51012 Castellare di Pescia ( pt ) www.oscartintori.it