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Aloe vera: la pianta della bellezza

Cosa trovi in questo articolo

L’aloe vera dalle proprietà medicinali veniva utilizzata anche da Nefertiti e Cleopatra come crema per idratare la pelle

L’aloe vera è una pianta grassa originaria dell’Africa centrale e sotto questo nome sono elencate numerose specie (circa 250), tutte appartenenti al genere Liliaceæ. L ‘aloe vera è caratterizzata da foglie carnose, succulente e dal margine seghettato; dal centro della pianta si sviluppa un fiore dalla forma tubolare, con steli lunghi, dal colore prevalentemente rosso.  Cresce spontanea sui terreni secchi e calcarei, ma si può coltivare anche nei giardini, balconi e terrazzi, ricreando un minimo di ambientazione e di terreno idoneo, che deve essere ricco di sabbia di fiume e di materiale grossolano (argilla, pomice, macinatura di roccia lavica) per aumentare al massimo la permeabilità del terreno. L’aloe difficilmente resiste a temperature inferiori agli 0° e le temperature ideali per la sua crescita si aggirano intorno ai 20/24°. La moltiplicazione avviene per talea: in estate, i germogli tagliati vanno lasciati all’aria per 3/4 giorni per far uscire il lattice, poi messi in un vaso e riempito con sabbia.

COME SI UTILIZZA
Dalle foglie è possibile ottenere due tipi di estratti, il succo condensato e il gel, che utilizzati come sostanze terapeutiche possiedono costituenti chimici, indicazioni e interazioni farmacologiche diverse fra loro.
– Il succo condensato è ottenuto prevalentemente dai tubuli esterni, situati al di sotto dell’epidermide della foglia. Ha proprietà lassative e si prende un cucchiaio di succo lontano dai pasti per periodi brevi. La stessa posologia è indicata anche per chi vuole ottenere un effetto depurativo sull’intero organismo. L’utilizzo del succo di aloe vera in alcuni casi può portare effetti collaterali quali emorroidi e infiammazione intestinale.
– Il gel fresco, che è racchiuso nelle foglie carnose dell’ aloe vera, se spalmato sulla pelle, cura infiammazioni, dermatiti, scottature; è un grande cicatrizzante quindi  rende più rapida la guarigione delle ferite, ha un’azione schermante nei confronti dei raggi UV, migliora la microcircolazione e costituisce un ottimo ingrediente per la cosmesi anti-età.

LE VIRTU’
Citazioni circa le virtù terapeutiche dell’ aloe vera si ritrovano nei manuali medici della dinastia imperiale cinese Sung, datati intorno al 1276 a.C.  La leggenda dice che Alessandro Magno conquistò l’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano, per disporre di una buona riserva di aloe con cui poter curare le ferite contratte  in battaglia dai suoi soldati. In Grecia il suo succo si mescolava alla mirra per disinfettare il cavo orale, mentre Cristoforo Colombo annotava nei suoi diari come l’estratto di aloe vera fosse una specie di medicina “tuttofare” per curare i naviganti durante le lunghe traversate oceaniche.
Nel corso dei secoli, l’aloe si è affermata come medicamento in tutta Europa. Lo speziale Giovanni Battista Capello nella sua opera intitolata Lessico farmaceutico-chimico contenente i rimedi più usati d’oggi (pubblicata a Venezia nel 1754) elenca diverse preparazioni in cui trova impiego l’aloe. Nel 1851 i ricercatori inglesi Smith e Stenhouse identificano e titolano l’aloina (sostanza tossica contenuta nell’aloe). Nel 1935 due medici americani, padre e figlio, i Collins, scoprono il possibile utilizzo dell’aloe contro gli effetti deleteri delle radiazioni. Questi studi furono ripresi in Giappone, dopo la seconda guerra mondiale soprattutto per quanto riguarda l’uso della mucillagine dell’aloe nel trattamento delle ustioni da radiazioni atomiche e raggi X. Alla fine degli anni ’50 un farmacista americano Bill Coats, con un procedimento naturale atto a conservare gli enzimi e le vitamine presenti nell’aloe, riesce finalmente a stabilizzarne la polpa, consentendo di superare i limiti posti dal problema dell’ossidazione del succo che non si conservava a lungo, e di avviare la commercializzazione ad uso industriale di prodotti a base d’aloe.

L’ORIGINE
L’ aloe vera (Aloe Barbadensis Miller) è nota da millenni per le sue proprietà  medicinali ed è notevole il fatto che gli usi antichi di questa pianta siano gli stessi di oggi, così in Occidente come in Oriente. Il suo nome potrebbe derivare dall’arabo alua, vale a dire amaro, oppure dall’ebraico halat, con lo stesso significato, chiara allusione al suo sapore.
Nel 1862 l’ egittologo tedesco George Maurice Ebers (1837-1898), scoprì su un papiro egiziano, risalente al 1500 a.C., uno dei resoconti più dettagliati di quanto fosse già nota fin dall’antichità l’aloe vera. Erano documentate una serie di formule per l’uso dell’aloe vera (miscelata ad altri prodotti naturali) ed elencate le innumerevoli proprietà di questa pianta nella cura di vari disturbi sia interni sia esterni. Nell’antico Egitto chiamavano l’aloe vera “la pianta dell’immortalità” ed era anche utilizzata tra le sostanze per l’imbalsamazione nei riti di inumazione dei Faraoni. Pare che anche Nefertiti e Cleopatra usassero la sua polpa sul viso come crema idratante per mantenere la pelle giovane.  Ancora oggi in Egitto, l’aloe vera piantata davanti alla porta di casa è considerato un modo per assicurarsi una lunga vita e felicità.

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Giulia Bartalozzi

Giulia Bartalozzi

Giornalista, dal 2009 è responsabile della comunicazione per l’Accademia dei Georgofili (la più antica accademia del mondo che si occupa di agricoltura, ambiente e alimentazione) e per la Società Toscana di Orticultura. Per queste due prestigiose istituzioni, gestisce i rapporti con la stampa, i notiziari on-line (www.georgofili.info, www.georgofili.world, www.societatoscanaorticultura.it), le newsletter e i social network. Autrice di libri per bambini con 5 titoli pubblicati da Giunti. Appassionata di natura, arte ed enogastronomia.
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