Chi mangia vegetariano ha il 32% in meno di probabilità di incorrere in cardiopatie ischemiche
Periodicamente da questo ampio progetto emergono nuovi risultati che vengono pubblicati su riviste scientifiche e tra questi quello recente, ancora in fase di pubblicazione sull?America Journal of Clinical Nutrition che rivela il fatto che i vegetariani hanno una probabilità del 32% in meno di essere ricoverati e morire per cardiopatia ischemica. Dato che farà senz?altro piacere ma che non sorprenderà certo i vegetariani che conoscono bene i benefici dell?alimentazione plant based.Chi mangia vegetariano ha il 32% in meno di probabilità di incorrere in cardiopatie ischemiche: così riferisce una notizia di questi giorni proveniente dallo studio EPIC, uno studio di grande portata perchè eseguito su un campione molto ampio di persone (520.000) e in un arco temporale lungo: è infatti iniziato nei primi anni 90 e prosegue tuttora, indagando le relazioni esistenti tra alimentazione, stato nutrizionale, stile di vita e fattori ambientali con l’incidenza di cancro e altre malattie croniche.
Periodicamente da questo ampio progetto emergono nuovi risultati che vengono pubblicati su riviste scientifiche e tra questi quello recente, ancora in fase di pubblicazione sull’America Journal of Clinical Nutrition che rivela il fatto che i vegetariani hanno una probabilità del 32% in meno di essere ricoverati e morire per cardiopatia ischemica. Dato che farà senz’altro piacere ma che non sorprenderà certo i vegetariani che conoscono bene i benefici dell’alimentazione plant based.
Questo studio ha seguito 44.500 persone per 11 anni e mezzo e in questo periodo si sono verificati 169 decessi e 1235 fatti ischemici a livello cardiaco, ma per la maggior parte dei casi in persone onnivore.
Anche in ambito oncologico lo stesso progetto EPIC ha indagato il legame tra diversi tipi di tumore e alimentazione. Eppure alla domanda: il consumo di frutta e verdura è in grado di prevenire certi tipi di tumore, la risposta non è emersa in modo chiaro. Non c’è stata cioè un’evidenza schiacciante che indicasse che consumare abbondanti quantità di frutta e verdura proteggesse da alcune malattie.
In altre parole consumare le note 5 porzioni di frutta e verdura ha un effetto limitato in termini di prevenzione da sovrappeso, obesità , diabete di tipo 2 e diversi tipi di cancro se sono accompagnate da carne, formaggi, uova e cibi industriali. Se invece sono consumate abitualmente insieme a cereali integrali, legumi e semi oleosi l’effetto è altamente protettivo.
Il legame cioè tra consumo di cibi e malattie è una cosa, tra stile alimentare e malattie è un’altra: è importante quindi considerare l’alimentazione nel suo complesso piuttosto che singoli cibi o categorie di cibi.
Quante volte ci chiediamo se un certo alimento faccia male o faccia bene? Ho sentito di persone deluse dal fatto che i due cucchiaini di semi di lino al giorno consumati ogni giorno non avevano fatto abbassare il loro colesterolo, ma che non si erano preoccupate minimamente di diminuire o eliminare burro, formaggi e insaccati dalla loro tavola; o ossessionarsi nel bere acque iposodiche senza prendere in considerazione i quantitativi industriali di sodio che contengono bistecche e cibi animali in genere. Considerare un alimento in maniera “allopatica” o affidarsi troppo ad una sua vera o presunta funzionalità non ha senso quanto non lo ha costruire una casa con finiture di pregio ma su fondamenta d’argilla.
Dott.ssa Roberta Bartocci biologa nutrizionista e Vegcoach
Info: vegcoach