Alcune reazioni avverse agli alimenti sono fenomeni temporanei, per cui incompatibili con il metodo scientifico tradizionale che basa la sua attendibilità sulla ripetibilità dell’esperimento
Nel caso delle allergie, si tratta di reazioni mediate dalle immunoglobuline di classe E (più brevemente IgE), indotte nell?organismo umano dall?ingestione di alimenti nei confronti dei quali il soggetto è sensibilizzato. Con la definizione di “intolleranze alimentari” si definisce invece, più genericamente, un qualsiasi evento avverso indotto da un alimento o parte di esso, che non sia mediato dall?aumentata produzione di IgE:Pare proprio che i cibi che mangiamo normalmente qualche volta possano nascondere un rischio per la salute. Secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) le “reazioni avverse agli alimenti”, così definite, sono in costante e vertiginoso aumento in Italia e nel mondo occidentale così come lo sono le allergie in generale.
Nel caso delle allergie, si tratta di reazioni mediate dalle immunoglobuline di classe E (più brevemente IgE), indotte nell’organismo umano dall’ingestione di alimenti nei confronti dei quali il soggetto è sensibilizzato. Con la definizione di “INTOLLERANZE ALIMENTARI” si definisce invece, più genericamente, un qualsiasi evento avverso indotto da un alimento o parte di esso, che non sia mediato dall’aumentata produzione di IgE: può trattarsi di un aumento di immunoglobuline di classi diverse dalle E, dovute a carenza di enzimi deputati alla digestione degli alimenti, oppure determinato da un effetto tossico diretto dell’alimento.
Le uniche intolleranze “calcolabili”, al momento, sono quelle al LATTE e al GLUTINE (di cui soffrono rispettivamente il 40% e l’1% della popolazione italiana): le prime dipendono dalla mancanza nell’organismo umano adulto dell’enzima “lattasi” deputato a digerire il lattosio, la seconda, invece, è causata da una reazione alla gliadina, una prolammina (proteina del glutine) presente nel grano e in altri tipi di cereale che causa una reazione infiammatoria dell’intestino tenue interferendo con l’assorbimento delle sostanze nutritive.
Queste due intolleranze, quindi, hanno non solo una causa accertata, ma soprattutto sono “ripetibili” nel tempo ottenendo risultati sempre uguali. Il metodo scientifico tradizionale, infatti, si basa sulla ripetibilità dell’esperimento, ecco perché risulta difficile diagnosticare altri tipi di intolleranza e perché spesso viene detto che le intolleranze alimentari non sono “scientificamente dimostrabili”. Secondo quanto riferito dall’Istituto Superiore di Sanità, però, non si può e non si deve affermare che non esistano, e ne sono prova i sempre più numerosi studi ed esperimenti che mirano ad analizzare il fenomeno nel dettaglio.
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