Le mandorle amare si usano nella profumeria mentre le dolci nell’alimentazione: la storia del prunus dulcis, la regina del bacino del Mediterraneo
Le mandorle amare sono tossiche per questo si usano in profumeria. Secondo una antichissima leggenda, l’albero del mandorlo nacque dallo sfortunato amore tra Fillide, figlia del re di Tracia, e Demofoonte, figlio di Teseo e Fedra. La varietà più diffusa di mandorlo, la prunus dulcis, ha tre sottospecie principali: la sativa, che include gran parte dei mandorli coltivati ed ha seme dolce, la fragilis, sempre a seme dolce, e l’amara, che ha, appunto, seme amaro. Le mandorle han proprietà emollienti, antiinfiammatorie, rinfrescanti e regolatrici intestinali. Ottimo l’olio di mandorle per rinfrescare l’intestino, o la polpa utilizzata per farne maschere idratanti.
MANDORLE AMARE TOSSICHE
Il mandorlo (prunus dulcis) è un albero appartenente alla famiglia delle Rosaceae, la stessa del pesco. La pianta può raggiungere i 10 mt d’altezza, ha foglie lanceolate caduche e produce in primavera caratteristiche infiorescenze bianche o rosate, molto belle. Il seme del mandorlo è la mandorla stessa, una drupa composta da un involucro (esocarpo) verde carnoso, spesso ricoperto di peli. Il seme è a sua volta rivestito da un nocciolo di colore marroncino, rugoso o liscio. Esistono mandorle amare dolci, e le seconde sono leggermente tossiche per via del contenuto di acido prussico. Per tali ragioni vengono utilizzate soltanto in profumeria e medicina. Gli antichi consideravano le mandorle amare come sicuro rimedio contro l’ubriachezza e Druso, fratello di Tiberio, il più grande bevitore dei suoi tempi a detta di Plutarco, ne faceva un gran consumo (crf. Corso di Botanica Medico-Farmaceutica di Antonio Targioni Tozzetti, Firenze -1847).
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LA COLTIVAZIONE DELLE MANDORLE AMARE E DOLCI
La pianta è originaria dell’Asia Occidentale, ma nel corso dei secoli ha lentamente occupato l’area del bacino del Mediterraneo, come testimoniano anche i numerosi ritrovamenti di semi di mandorla in Egitto. In Italia il mandorlo è coltivato particolarmente al Centro e al Sud, dal mare alle aree submontane. La varietà più diffusa di mandorlo, la prunus dulcis, ha tre sottospecie principali: la sativa, che include gran parte dei mandorli coltivati ed ha seme dolce, la fragilis, sempre a seme dolce, e l’amara, che ha, appunto, seme amaro.
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LE PROPRIETA’ DELLE MANDORLE AMARE E DOLCI
Le mandorle amare e le dolci hanno proprietà emollienti, antinfiammatorie, rinfrescanti e regolatrici intestinali. Ottimo l’olio di mandorle per “rinfrescare” l’intestino, o la polpa utilizzata per farne maschere idratanti. Sono frutti particolarmente nutrienti, per via dell’elevato contenuto di trigliceridi, sali minerali e proteine. Per tali ragioni sono particolarmente energetiche, e vanno dunque consumate con una certa prudenza, in particolare se stiamo intraprendendo una dieta. Targioni Tozzetti riporta nel suo Corso un insolito utilizzo della pasta di mandorle amare, ossia come rimedio per distruggere gli odori forti che non se ne vanno da vasi e stoviglie “colle comuni lavature”.
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LA RACCOLTA
I frutti del mandorlo si raccolgono in estate, periodo in cui, maturi, si lasciano cadere dall’albero. Le mandorle possono essere consumate in più modi: secche, dolci, salate, tritate o in combinazione con altri cibi. Si fa abbondante uso della mandorla in pasticceria, non soltanto per la preparazione della nota pasta di mandorle, ma anche per guarnire torte, torroni, dolcetti, budini, confetti, e via di seguito. Sono inoltre utilizzate per la produzione del latte di mandorla, bevanda tipica di alcune regioni italiane (Sicilia, Calabria, Puglia). Alcuni tipi di tè, prevalentemente nell’area mediorientale, ricorrono alle mandorle come aromatizzante. Ottime anche per la preparazione di primi piatti, insalate di pollo e creme.
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MADONNA IN MANDORLA
La mandorla e il mandorlo ricorrono frequentemente, in numerose religioni, soprattutto nella mistica. Simbolicamente, il mandorlo è associato in diverse culture alla purezza e tra i Padri della Chiesa incluso tra i simboli del sacerdozio. La bibbia lo cita ben dieci volte, con l’appellativo ebraico di shaqed, il vigilante, che rimanda a Dio ma anche alla primavera dell’uomo, alla rinascita. Un mandorlo è anche l’albero sotto cui il Buddha ha raggiunto l’illuminazione, mentre molti miti cosmogonici sempre di matrice orientale vogliono il mondo scaturito da un guscio a forma mandorla. Nella tradizione cattolica, il mandorlo e la mandorla sono stati messi in relazione con Maria. Nell’iconografia tradizionale, l’immagine del Cristo, della Vergine e a volte dei santi in gloria eterna si iscrive in una figura geometrica a forma di mandorla.
STORIA E MITO DELLE MANDORLE
Secondo una antichissima leggenda, l’albero del mandorlo nacque dallo sfortunato amore tra Fillide, figlia del re di Tracia, e Demofoonte, figlio di Teseo e Fedra. I due innamorati stavano per unirsi in matrimonio quando vennero sorpresi dalla notizia dello scoppio della guerra di Troia. Con sommo rammarico, Demofoonte fu costretto ad allontanarsi dalla sua amata per partecipare alla spedizione militare al seguito degli altri eroi greci. Dopo aver atteso per dieci anni, la giovane principessa Fillide, credendo che il suo promesso fosse morto in battaglia, si lasciò morire per la disperazione. La dea Atena, commossa da questa struggente storia d’amore, decise di trasformare Fillide in uno splendido albero di mandorlo. Demofoonte tuttavia non era morto e, quando seppe che Fillide era stata trasformata in albero, abbracciò disperatamente la pianta che, per ricambiarne le carezze, fece cadere dai rami i propri delicati fiori. L’abbraccio tra i due innamorati si ripete idealmente ogni anno, quando i bellissimi fiori di mandorlo annunciano la primavera.
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