Nei nonni evoca ricordi tristi di anni bui e senza libertà. Era lo spauracchio per eccellenza lui, l’olio di ricino durante il Ventennio.
Olio di ricino: lo spauracchio del passato. La cattiva fama è difficile da sradicare, ma noi ci proviamo a riabilitare questo olio che ha sicuramente tantissime qualità. Certo è che, comunque, è uno dei più potenti lassativi che esista impiegato da secoli nonostante l’odore il sapore assolutamente sgradevoli. Oggi l’impiego come lassativo però, anche a causa forse della brutta fama di cui sopra, è stato però molto ridimensionato. Lo si usa infatti per lo più solo per liberare l’intestino prima di parti, interventi chirurgici e particolari esami medici invasivi al fine di svuotare totalmente il colon.
IL VELENO NEL SEME
Nell’olio di ricino il 90% del contenuto è acido ricinoleico ossia un acido grasso composto da diciotto atomi di carbonio, insaturo e idrossilato. Questo nutriente lo rende utilizzabile nell’industria farmaceutica per la produzione di medicinali e nell’industria chimica per la preparazione di vernici e lubrificanti.
Il seme del ricino contiene ricinina e ricina due pericolosissimi veleni. L’ingestione anche di pochi semi da origine a vomito, diarrea, gastroenterite emorragica, convulsioni, aritmie embolia, spasmi e può quindi rivelarsi fatale sia per gli animali che per l’uomo.
COME SI OTTIENE L’OLIO
L’olio di ricino si ottiene per spremitura a freddo della pianta Ricinus communis – molto diffusa in India – e la sua resa oscilla fra il 35 e il 50% e soltanto il prodotto ottenuto dalla prima spremitura viene utilizzato in medicina.
LA TRISTE FAMA LASSATIVA
Potente e tristemente famoso l’effetto lassativo, ma numerosi sono anche gli altri impieghi. Dal colore giallo paglierino e l’aspetto denso e vischioso ha sapore e odore sgradevoli al punto che lo si mescola ad essenze di arancia o menta per mitigarne il gusto. Va assunto in piccolissime doti regolamentate dalla Food and Agricultural Organization e il dosaggio tipo è pari a 0.7 mg/chilo pari più o meno a un cucchiaio da tavola e l’effetto arriva entro le 4-6 ore.
Fondamentale è utilizzarlo come lassativo solamente su indicazione medica poiché può irritare l’intestino soprattutto in chi soffre di ulcera, intestino irritabile, colite, diverticolite e prolasso.
SOLO PREGI IN COSMETICA
L’olio di ricino quasi nessuno sa però che è un complice fantastico in cosmetologia. Si trova talmente a suo agio ad esempio con la cheratina – principale costituente di peli, capelli e unghie – da essere utilizzato con successo per prevenire le doppie punte, riequilibrare il sebo, rinforzare, ristrutturare, defaticare e ammorbidire i capelli; con parsimonia però perché alla lunga tende a seccarli.
E’ perfetto per dare volume alle ciglia al punto che lo si può utilizzare puro a tale scopo applicandolo la sera prima di andare a dormire.
Se distribuito sulla pelle l’olio di ricino riducendo l’evaporazione dell’acqua e creando un film protettivo idrata la pelle proteggendola; per via topica viene impiegato invece per curare dermatiti, acne, prurito e micosi.
Essendo di sua natura molto vischioso e denso viene mischiato, anche per coprirne l’odore, con olio di mandorle dolci.
ALLEATO CONTRO L’ARTRITE
Secondo alcuni l’olio di ricino è un toccasana anche per combattere l’artrite. Basta massaggiare la zona interessata o fare impacchi.
I più anziani consigliano invece, per rendere più efficace questa cura, di immergere una pezza di flanella o di lana nell’olio di ricino e poi posizionarla sulla zona colpita dal dolore e ricoprirla con la pellicola trasparente che si usa in cucina; a questo punto posizionate sopra una borsa dell’acqua calda e lasciate agire per 45 minuti. La combinazione fra il calore e l’olio vi farà sparire il dolore. Alcuni lo usano anche per strappi muscolari, dolori articolari e verruche, ma in ogni caso consultate sempre il medico.
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