Il Museo della Natura Morta Villa di Poggio a Caiano, un gioiello di delizie buone al palato
Quando verità e artificio dell’arte si coniugano mirabilmente con le scienze naturali. Succede nei dintorni di Firenze, presso la Villa di Poggio a Caiano, sede del Museo della Natura Morta. Circa 200 opere esposte in 16 sale per svelare le scelte di campo di un aspetto particolare del collezionismo ‘mediceo’ in voga fra tardo ‘500 e metà del ‘700 (da Cosimo II a Cosimo III fino ai figli di quest’ultimo, Ferdinando e Anna Maria Luisa, ultima discendente del casato regnante), indirizzato all’illustrazione pittorica dei multiformi aspetti, a tratti insoliti e bizzarri, del mondo vegetale e di quello zoomorfo.
Protagonista assoluto del genere della natura morta nell’ambito della pittura barocca fiorentina, amato a corte per la sua naturale versatilità e capacità di operare in sintonia con gli apporti della pittura nordica specie olandese (in seno alla lucentezza smaltata delle tinte) e con gli studi di scienziati e botanici di corte, primo fra tutti Pier Antonio Micheli, Bartolomeo Bimbi (Settignano, 1648 – Firenze, 1730) occupa un posto di primo piano nel percorso espositivo del Museo con la parata delle sue magnifiche tele che realizzò su richiesta di Cosimo III per l’arredo delle residenze di campagna: da villa la Petraia a quella di Castello, da Artimino a Careggi, da Poggio a Caiano a Lappeggi, dall’Ambrogiana alla Topaia, il ‘casino’ prediletto dal granduca, principale committente del Bimbi. Nature ‘vive’ di fiori, polposi frutti ed animali realizzate con impareggiabile virtuosismo dall’artista a riprova non solo delle passioni scientifiche del granduca, interessato a lasciar memoria figurativa della floridità della terra di Toscana, ma anche di una sottesa corrispondenza spirituale fra i due che interpretarono tanto tripudio della natura come riflesso della magnificenza e provvidenza divina. Sfilano così davanti ai nostro occhi interi ‘campionari’ di frutta e verdura (le ‘frutterie’ bimbiane): fichi, mele, pere, uve, pesche, ciliege, susine, melagrane, agrumi, angurie, poponi, resi nelle loro specificità morfologiche e a tratti asperità naturali con qua e là sporadici inserti di animali sullo sfondo di ovattati arredi medicei o orizzonti lontani colti nella penombra. Ti vien voglia di raccoglierle una ad una le “Ciliege” nella tela dipinta dal Bimbi nel 1699, di 34 varietà diverse che stanno scivolando a cascata dal bel cesto di vimini, eccezion fatta per quelle ‘biscioline’ disposte in primo piano su un ‘sonante’ vassoio in metallo.
Dello stesso anno altri ‘campionari’, come quello che ritrae in parata le 115 varietà di “Pere” coltivate in Toscana a seconda della stagione (giugnolina, bianchetta, bugiarda, bergamotta, arancia d’inverno, ecc.), le 39 specie di “Susine”, i 36 diversi tipi di “Pesche e 9 di Albicocche” fino alle straordinarie quattro ‘spalliere’ di agrumi, fra i più rari e insoliti coltivati nei giardini delle ville medicee.
Info: Villa Poggio a Caiano, Prato: Museo della Natura Morta (per prenotazioni 055 877012).
Alcune delle collezioni di frutta descritte dal Bimbi sono in vendita presso i Vivai Belfiore: www.vivaibelfiore.it