Per l’azienda Montemaggio di Radda in Chianti l’agricoltura biologica è qualcosa di più che una mera scelta commerciale. E’ un’idea, uno stile di vita e prima che di produzione del vino
Hanno ottenuto la certificazione “bio” da poco più di due anni, ma già da prima seguivano la strada dell’agricoltura biologica. Perchè per l’azienda Montemaggio di Radda in Chianti l’agricoltura biologica è qualcosa di più che una mera scelta commerciale. “E’ un’idea, uno stile di vita e prima che di produzione del vino. Il biologico – sottolinea con soddisfazione Ilaria Anichini, agronoma dell’azienda – non è la panacea di tutti i mali, sia chiaro, ma il tentativo di ridurre l’inquinamento è una filosofia che sposiamo pienamente. Già prima di ottenere la certificazione sceglievamo di usare il meno possibile prodotti di sintesi a vantaggio di quelli da contatto (quelli cioè che restano sulla superficie della pianta anziché entrare nel suo metabolismo e di conseguenza nell’alimentazione umana, ndr). Oggi la vendemmia viene fatta manualmente in cassette, soltanto quando gli acini sono perfettamente maturi. Così riusciamo a controllare la qualità del nostro vino bottiglia per bottiglia, al punto da poter definire i vini di Montemaggio prodotti artigianali”. Con l’arrivo del riconoscimento l’azienda ha dunque semplicemente ratificato una scelta già operata da tempo, tanto che al momento soltanto il Rosè porta in etichetta la dicitura del biologico.
Per ogni varietà di uve sono stati piantati diversi cloni e portainnesti in modo da poter selezionarne i migliori. I sesti d’impianto dei vigneti sono tutti impostati sull’alta densità (fino a 6250 piante per ettaro in alcune zone ). Tramite la potatura viene regolata la carica di gemme, poi con la pulitura verde, con il diradamento dei grappoli ed infine a seguito di un’accurata selezione delle uve in vigna e cantina viene prodotta una piccola quantità di uva (anche 35-45 quintali per ettaro)”. I prossimi passi? “Continuare su questa strada – aggiunge Anichini – con l’acquisto di trattori a biodiesel e pannelli solari per la cantina”. A spingere i titolari di Montemaggio verso l’universo del “bio” ci sono anche ragioni legate alla zona di produzione: la fattoria si trova nel Comune di Radda in Chianti, nel cuore della regione del Chianti Classico, lungo la strada romana fra Siena e Firenze dove si ergeva una torre del XIV secolo. “Un posto un po’ isolato, quasi sperduto, dove non è difficile incontrare animali selvatici – continua l’agronoma – ma particolarmente votata dal punto di vista enologico: il risultato è un prodotto strettamente legato al territorio da cui proviene, un vino che ha assorbito il sapore selvatico dei boschi che circondano Montemaggio”. La fattoria, che è membro del Consorzio del Chianti Classico, si estende su una superficie di 70 ettari ad un’altitudine che si aggira intorno ai 600 metri sul livello del mare ed è costituito da vigneti, oliveti e boschi. I vigneti occupano una superficie di circa 8 ettari, si trovano quasi tutti al centro del podere, sono esposti principalmente a sud-ovest su terreni di diverse origini ma prevalentemente ricchi di Galestro, Alberese e Arenarie. La maggior parte dei vigneti sono piantati con Sangiovese, ci sono poi delle piccole porzioni di Merlot, Pugnitello e Chardonnay.
Fattoria Montemaggio: località Montemaggio, Radda in Chianti, Siena.
Marco Gemelli