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Marmellata di arance: facile, veloce e gustosa

Cosa trovi in questo articolo

La marmellata di arance è ideale per essere preparata in casa con ingredienti freschi e poca spesa

La marmellata di arance da oggi non avrà più segreti per voi. Siete alla ricerca di un gusto particolare che vi accompagni? La marmellata di arance è l’ideale, specialmente se potete prepararla in casa vostra e in modo economico. L’impegno è minimo: procuratevi della arance mature. assicuratevi che siano da coltivazione biologica. Poi acquistate dello zucchero, mai quello bianco, utilizzate lo zucchero di canna o ancora meglio il mascobado, lo zucchero integrale che mantiene intatti tutti i suoi principi nutritivi. Un limone da coltivazione biologica e dei barattoli di vetro.

 

INGREDIENTI

1 ½ Kg di arance biologiche
750 Gr di zucchero integrale
1 limone biologico
Vasetti/barattoli

RICETTA DELLA MARMELLATA DI ARANCE
Prendete le arance e il limone, lavatele accuratamente. Tagliatele a metà e con un cucchiaino estraete gli spicchi avendo cura di mettere da parte i semi che serviranno durante la cottura della marmellata come addensante naturale evitando così di utilizzare le pectina. Una volta spolpate togliete quanto più possibile dall’interno della buccia la parte bianca, quindi tagliate la buccia a striscioline. I semi metteteli in un sacchettino di cotone bianco. Prendete una pentola dai bordi molto alti quindi versare all’interno tutti i pezzetti di agrumi, le striscioline di buccia e aggiungendo la metà del peso della frutta di acqua.

LA COTTURA
Accedete il gas e mettete ora a bollire le arance per la marmellata: importante che la fiamma sia mantenuta sempre bassa, meglio con una retina frangi fiamma sotto alla pentola, e che la bollitura duri per circa 40-45 minuti. Girate spesso e controllate che l’acqua sia adeguata. Cercate nel frattempo di conciliare la bollitura affinché sia omogenea utilizzando un mestolo e facendo si che il composto assuma le fattezze di una marmellata vera e propria. Spegnete il gas e togliete il sacchetto di semi.

VARIANTI DI MARMELLATA DI ARANCE

Per ottenere qualcosa di più particolare potete aggiungere alla marmellata di arance alcune specie che ben si sposano come la cannella o lo zenzero da usare sua in polvere che fresco.
Molto particolare è la marmellata con in aggiunta le cipolle rosse di tropea che si realizza aggiungendo a un chilo di arance 700 grammi di cipolla fatta prima macerare in 250 ml. di aceto di vino. Golosa e insolita anche la marmellata di arance con aggiunta di peperoncino perfetta da essere servita come antipasto in accompagnamento all’aperitivo. Ottima anche spalmata su carni bianche, alla griglia o con formaggi stagionati.
Nota a parte lo merita la famosa “marmalade” di arance inglesi che si fa con un tipo particolare di arance dette di Siviglia che si trovano sul mercato solo a fine gennaio.

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PREPARARE I BARATTOLI

Nel frattempo, mentre avviene la bollitura preparate già i barattoli per la marmellata di arance lavandoli accuratamente e asciugandoli. Aggiungete lo zucchero e riaccendete il gas per circa 5/10 minuti. La densità giusta della marmellata di arance l’avrete quando un cucchiaino di marmellata posto su un piattino rimarrà gelatinoso.

VIDEO RICETTA DELLA TORTA DI CIOCCOLATO CON MARMELLATA DI ARANCE

 

 

INDICAZIONI ULTERIORI

Il sapore può essere ulteriormente variato con l’aggiunta di liquori, basta aggiungerlo prima di chiudere la marmellata all’interno dei barattoli. La quantità di zucchero può essere suscettibile a variazioni, a seconda che preferiate un sapore più amaro o più dolce, perciò la quantità è da intendersi come indicativa. Si può aggiungere anche chiodi di garofano da mettere a fine cottura in bollitura. Oppure qualche capsula di cardamomo in una misura di 5/6 per litro.

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PER IL SOTTOVUOTO DELLA MARMELLATA DI ARANCE

Per fare la marmellata di arance sottovuoto è necessario utilizzare vasetti di vetro con coperchi nuovi, quelli vecchi possono non tenere il sottovuoto e rischierete di buttar via tutto dopo qualche mese che la vostra marmellata di arance è stata riposta in dispensa. Una volta lavati e asciugati immettere la marmellata. Chiudere bene il coperchio e coprire i vasetti con dei fogli di giornale, ben protetti in modo che il vetro non batta sulla pentola. Prendere una pentola capiente, immettere i vasetti e coprirli d’acqua. Portare a ebollizione l’acqua e bollirvi i vasetti per almeno 45 minuti. Far freddare l’acqua e estrarre i vasetti per poi riporli in dispensa.

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MARMELLATA, CONFETTURA, GELATINA O COMPOSTA?

Un domandone a cui è difficile rispondere. Nel linguaggio quotidiano si tende a confondere i termini e pensare che le tre parole siano sinonimi ma in realtà così non è.
Anzi c’è molta differenza fra una marmellata di arance, una confettura, una gelatina o una composta. Per marmellata genericamente s’intende qualsiasi composto a base di frutta e zucchero ma in realtà, anche una direttiva della Comunità Europea dice chiaro e tondo che è marmellata un prodotto a base di agrumi (limone, arancia, mandarino e, più raramente, cedro, pompelmo e bergamotto); ed è invece confettura se si usa qualsiasi altro tipo di frutta (o addirittura, in alcune ricette, di verdura). Diversa è anche la percentuale da utilizzare: almeno il 20% per la marmellata, almeno il 35% per la confettura e 45% per la confettura extra. La gelatina invece è un prodotto realizzato esclusivamente col succo della frutta senza polpa o buccia. Ma per marmellata si può anche intendere preparati non di agrumi che contengono una percentuale di frutta inferiore al 35%. Le composte invece si diversificano per la quantità di frutta e zucchero. Nelle confetture il valore di zucchero è abbastanza elevato e come visto la frutta difficilmente supera il 45% mentre invece per le composte la percentuale deve essere almeno dell’80% e la quantità di zucchero molto ridotta. Le composte quindi sono quelle con la maggior percentuale di frutta e qui la sua componente non deve mai scendere sotto il 65%. Infine nelle composte la frutta deve essere completamente frullata o omogenizzata senza grumi o pezzi residui; in poche parole diventa una bellissima crema di frutta, ottima da spalmare.

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VALORI NUTRIZIONALI SU 100 GR DI PRODOTTO

Valori principali
Calorie 246 kcal
Carboidrati 66,30g
Proteine 0.30 g
Fibre alimentari 0,70 g
Zuccheri 60 g
Acqua 33.20g
Grassi 0g
saturi 0g
monoinsaturi 0g
polinsaturi 0g
colesterolo 0mg

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VITAMINE

Vitamina C (acido ascorbico)    4,8    mg
Tiamina (vitamina B1)    0,005    mg
Riboflavina (vitamina B2)    0,025    mg
Niacina (vitamina B3 o PP)    0,052    mg
Acido Pantotenico (vitamina B5)    0,015    mg
Piridossina (vitamina B6)    0,019    mg
Folati    9    µg
Acido folico    0    µg
Folati alimentari    9    µg
Folati (DFE)    9    µg    4,5 % RDA
Colina    3    mg
Vitamina B12    0    µg
Vitamina B12 (aggiunta)    0    µg
Vitamina A (RAE)    3    µg    0,4 % RDA
Retinolo    0    µg
Beta-carotene    15    µg
Alfa-carotene    5    µg
Criptoxantina    38    µg
Vitamina A, IU    62    IU
Licopene    0    µg
Luteina + zeaxantina    58    µg
Vitamina E    0,06    mg    0,6 % RDA
Vitamina E (aggiunta)    0    mg
Vitamina D (D2+D3)    0    µg
Vitamina D    0    µg
Vitamina K    0    µg

Fonte dietabit.it

STORIA DELL’ARANCIA

Prima di entrare nel dettaglio e parlare della marmellata di arance vogliamo soffermarci sulla storia dell’arancia che è frutto molto antico, originario del lontano Oriente.
Il frutto dell’arancio è una pianta originaria della Cina ed è coltivata a quelle latitudini da ben 4000 anni. In Italia, così come in tutto il Mediterraneo, è arrivata grazie agli Arabi che durante il loro Impero oltre ad importala hanno anche insegnato le tecniche per coltivarla e i molti usi che se ne possono fare dalla cucina alla cosmetica

L’ETIMOLOGIA

Un po’ di attenzione lo merita anche la parola stessa arancio che racchiude in se l’origine e la storia del frutto. Deriva dall’Arabo narangi che a sua volta si origina dal sanscrito nagarunga. Per questi popoli orientali non era un frutto ma il frutto. Un prezioso toccasana a tutti i mali da usare con attenzione, rispetto e cura. La parola marmellata invece ha origine portoghese; viene da marmelo ovvero mela cotogna. Dal ricettario romano di Apico del IV e V secolo d.C. si evince che già i Greci usavano bollire le mele cotogne con il miele per ottenere una preziosa conserva; altri documenti fanno invece risalire al Medioevo l’esistenza della marmellata che per certo veniva preparata e utilizzata anche nel XVI secolo dai conquistatori spagnoli in America.

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Alla redazione dell’articolo ha collaborato Nadia Fondelli

 

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