Come spiegare al babbo o al nonno che l’orto sinergico e naturale è più ecologico e redditizio di quello tradizionale? Ecco una guida semiseria!
Per orto sinergico e naturale si intende uno speciale tipo di coltivazione che si rifà sia all’agricoltura sinergica teorizzata negli anni Ottanta dalla coltivatrice spagnola Emilia Hazelip, sia all’agricoltura naturale dell’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka. Sullo sfondo, gli ideali della permacultura, ovvero della cultura permanente, capace di auto-rigenerarsi in eterno. L’agricoltura sinergica e naturale vuole comprendere e sfruttare le dinamiche naturali del suolo, cercando di mantenere, anzi di aumentare, lo strato di humus, quei preziosi centimetri di terreno dove si svolge la vita nutritiva del terreno stesso e che viene trasferita ai nostri ortaggi, cereali e quanto altro si decida di coltivare.
Questo l’agricoltura sinergica e naturale lo fa essenzialmente seminando densamente nel terreno piante diverse per caratteristiche e stagionalità e utilizzando la pacciamatura, cioè la protezione “naturale” del suolo (foglie secche, canne, paglia,…), in modo che esso non risulti mai scoperto. Si fa dell’orto un ecosistema che con gli anni viaggia da solo ma in armonia con l’uomo che fa certamente la sua parte, ma molto minore rispetto a un orto tradizionale.
Masanobu Fukuoka sintetizza così i quattro principi dell’agricoltura sinergica:
1) No alla zappatura del terreno: la terra è in grado di rigenerarsi da sola grazie ai movimenti e alle ramificazioni delle radici e all’attività di microrganismi locali come lombrichi, insetti e piccoli animali. Questo presuppone che nella terra vi sia vita.
2) No a concimi e fertilizzanti chimici: il suolo lasciato vivere liberamente mantiene e aumenta la propria fertilità.
2) No a diserbanti anti-erbacce: le erbe “matte” non vanno estirpate ma controllate.
3) No a qualsiasi utilizzo di prodotti chimici: la natura crea da sé ogni sorta di equilibrio perfetto. In un orto sinergico, le piante perenni convivono con quelle stagionali e il ciclo di vita di ciascuna è funzionale al mantenimento e all’accrescimento della fertilità terrena.
PERCHE’ UN ORTO SINERGICO E NATURALE
Dovessimo spiegare al proprio babbo o nonno il perché di un orto sinergico e naturale, diremo che nell’orto naturale gli ortaggi non sono tutti in fila indiana e sempre gli stessi. Che si mischiano tra loro – certe volte occorre fare attenzione, una zucca vicino a un cetriolo potrebbe creare mostri – e si aiutano. Nell’orto sinergico ci sono i fiori, tanti, e le erbe aromatiche e che nella stessa aiuola non ci sono mai meno di tre specie di piante diverse.
Direte poi che nell’orto naturale si semina ogni anno una leguminosa (ceci, fagioli, fagiolini, piselli…), che fissa l’azoto, presente nell’atmosfera, nel terreno; una liliacea (aglio, cipolla, scalogno, porro…) che allontana i batteri nocivi; una verdura, proprio nel cuore dell’aiuola, nel suo centro.
E poi nell’orto il colore è tutto, quindi seminerete o trapianterete dei fiori, che non piacciono solo a voi, ma anche agli insetti impollinatori, api, bombi, esserini importanti che con il loro lavoro faranno crescere le verdure più grandi e più belle.
E in mezzo a tutte le aiuole, o ai lati delle stesse se non si ha altro spazio, troneggia lei, l’aiuola delle aromatiche, utile per attirare gli insetti buoni, per allontanare quelli cattivi, ma anche per aumentare lo sviluppo e il sapore di alcuni ortaggi.
Insomma, dovrete spiegare al babbo che nel vostro orto c’è comprensione. Comprensione tra voi e gli insetti, tra gli insetti e gli ortaggi e i fiori, tra voi e le erbacce che certe volte sono benvenute: nell’orto sinergico ci si vuole bene.
Forse, poi, spiegherete al babbo che il vostro orto sembrerà anche una giungla ma che, quest’anno, i pomodori saranno probabilmente più grandi e belli dei suoi!
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