Facendo volare degli aquiloni dotati sensori per il rilevamento i cittadini pechinesi hanno potuto così raccogliere direttamente i dati sull’inquinamento atmosferico
Gli artefici di questa iniziativa sono stati due studenti della Carnegie Mellon University Deren Guler e Xiaowei Wang che hanno coinvolto la popolazione locale nel progetto FLOAT Bejing. Facendo volare degli aquiloni dotati sensori per il rilevamento i cittadini pechinesi hanno potuto così raccogliere direttamente i dati sull?inquinamento atmosfericoLa qualità dell’aria a Pechino non è più un segreto di stato. Non solo perché l’Ambasciata statunitense twitta non autorizzata ogni ora i dati sull’inquinamento atmosferico ma anche perché quest’estate sono volati in cielo degli aquiloni un po’ speciali che hanno avviato un sistema di monitoraggio dal basso che unisce insieme tecnologia, design, attivismo ambientale con la tradizione cinese di far volare gli aquiloni.
Gli aquiloni nel cielo notturno
Gli artefici di questa iniziativa sono stati due studenti della Carnegie Mellon University Deren Guler e Xiaowei Wang che hanno coinvolto la popolazione locale nel progetto FLOAT Bejing. Facendo volare degli aquiloni dotati sensori per il rilevamento i cittadini pechinesi hanno potuto così raccogliere direttamente i dati sull’inquinamento atmosferico.
La tecnologia utilizzata per FLOAT Bejing sfrutta Arduino ed è dotata di luci a Led colorate che si illuminano di un colore diverso a seconda del tasso d’inquinamento. I dati rilevati geolocalizzati poi possono essere memorizzati su una piccola schedina SD.
Lo scorso agosto i due ricercatori hanno tenuto dei seminari con la popolazione su come assemblare insieme queste colorate stazioni di rilevamento volanti. Il tutto si è rivelato molto semplice da utilizzare e il workshop è servito anche per iniziare a parlare del problema dell’inquinamento atmosferico in città.