Un albero di plastica importato dalla Cina inquina di più di uno vero prodotto in loco. Coldiretti ha recentemente presentato un confronto sul piano scientifico che lo dimostra.
Gli alberi di Natale di plastica provenienti dalla Cina contengono materiali come PVC e PET e occorre un notevole dispendio di energia per produrli. Si calcola che per la produzione di un albero artificiale si emettano 23 chilogrammi di anidride carbonica equivalente ad effetto serra; il trasporto provochi emissioni di gas serra pari all’inquinamento 9 mila chilometri percorsi in auto e che per smaltire un albero ci vogliano circa 200 anni.
Il dispendio energetico di un albero di plastica di origine asiatica è nettamente superiore a quello necessario per la produzione e la commercializzazione di un albero vero prodotto in loco di analoghe dimensioni.
L’albero naturale coltivato in vivaio invece consuma energia per fertilizzanti e lavorazioni meccaniche ma durante il periodo di accrescimento in vivaio, di circa 5 o 6 anni, consuma anidride carbonica (CO2) ad effetto serra con un bilancio energetico finale favorevole di 47 grammi di CO2 tolta dall’atmosfera per pianta. Si stima inoltre che un ettaro di alberelli produce ossigeno per 45 persone.
Complessivamente in Italia considerando che verranno acquistati 6 milioni di alberi veri l’effetto positivo per l’ambiente è la cattura di 282mila chili di anidride carbonica (CO2). L’acquisto stimato di circa mezzo milioni di alberi finti di plastica all’anno provoca invece – conclude la Coldiretti – la liberazione di 11,5 milioni di chili di anidride carbonica (CO2) pari all’inquinamento provocato da sei milioni di chilometri percorsi in auto.