L’aceto inquina: dobbiamo mettercela via.
Ora ti svelo come iniziare subito a non inquinare 100.000 LT di acqua con 1 litro di aceto, anche se tutti ti dicono di usarlo per pulire qualsiasi cosa in casa.
Abbiamo detto che l’aceto inquina. Ma ci sono delle pulizie che puoi continuare a fare con questo ingrediente magico.
L’aceto, infatti, è molto utile se usato per alcune pulizie come:
-Lavare i pavimenti
-Pulire il frigo
-Togliere i cattivi odori dai piatti
-Togliere i cattivi odori dai tappeti
-Pulire e igienizzare i materassi
-Rimuovere il calcare dai rubinetti o dal soffione delle docce
-Pulire i vetri
Come usare, quindi, l’aceto affinché non inquini, per pulire le nostre abitazioni nel modo migliore e più sicuro per l’ambiente?
Non occorre sprecare questo ingrediente, perché un uso sconsiderato non solo è inutile, ma dannoso.
Come usare l’aceto per non inquinare
L’aceto è di sicuro un buon anticalcare ed è sgrassante. Se lo utilizziamo con attenzione risulta un ottimo alleato per le pulizie.
Il mio consiglio è limitarsi all’uso dell’aceto solo per i seguenti usi:
L’aceto bianco di alcool non inquina per pulire i pavimenti o il forno
Esistono tanti tipi di aceto come: l’aceto bianco di alcool che può essere utile per pulire lo sporco difficile o l’aceto di mele dal profumo più delicato.
Si può creare una miscela di acqua e aceto o per pulire i pavimenti o ancora aceto e bicarbonato per pulire il forno e per liberare le tubature.
L’aceto bianco per pulire il frigorifero
Usato per pulire il frigorifero permette di neutralizzare i cattivi odori e agisce anche nella prevenzione della muffa della frutta.
L’aceto e bicarbonato per pulire i tappeti, senza inquinare
Le soluzioni di aceto e bicarbonato o di aceto e sale sono ideali per pulire e igienizzare i tappeti su cui posiamo i piedi ogni giorno e per eliminare il calcare che incrosta le nostre docce.
Inoltre, si tratta di soluzioni dal forte potere disgorgante che permettono di liberare i lavandini otturati da capelli o residui alimentari e in questo modo, ripristinare il flusso normale dell’acqua.
L’aceto di mele per pulire i vetri
L’aceto di mele è ottimo per pulire i vetri perché ha un odore meno invasivo, ma risulta comunque efficace. Anche alcune superfici vengono benissimo se si usa l’aceto per pulire, come ad esempio il gres porcellanato.
Ho sentito di molte signore che adoperano l’aceto per rimuovere il calcare dal ferro da stiro. In questo caso il calcare si forma perché non viene usata l’acqua distillata o demineralizzata e basterebbe questo per evitare tale problema. In ogni caso se proprio dobbiamo recuperare un ferro da stiro pieno di calcare è molto utile l’uso dell’aceto.
L’aceto per pulire il legno
L’aceto bianco è sicuramente un’alternativa da preferire ai numerosi prodotti chimici in commercio ideati per la pulizia del legno.
Mischiando una parte di aceto bianco con tre parti di olio di oliva, si ottiene un composto adatto per una pulizia approfondita e naturale del legno.
Ma ti consiglio di non usare l’aceto per pulire:
-nella lavatrice come ammorbidente;
-nella lavastoviglie come brillantante;
-nel piano della cucina per sgrassare e lucidare l’acciaio.
Queste sono pratiche ormai diffusissime ma scorrette.
Se cerchi on line trovi molti video e articoli che ti indicano nell’aceto il rimedio naturale per pulire qualsiasi cosa.
Viene spesso fornita la giustificazione che “lo facevano le nostre nonne”.
Ed è vera in parte. Molti rimedi sono davvero ricavati dalle nostre tradizioni.
Ma altri non hanno fondamento.
Perché sostituire l’aceto che inquina nelle pulizie
L’uso indiscriminato dell’aceto che è emerso negli ultimi anni ha iniziato a causare più danni che benefici.
Ecco il motivo per cui ti consiglio di usare l’aceto per le pulizie, e sostituirlo con l’eroe del pulito ecologico: l’acido citrico.
L’aceto è composto da acido acetico.
L’acido acetico è corrosivo, favorisce la liberazione di nichel da parte dei metalli e favorisce l’insorgenza della SNAS: Allergia sistemica al nichel.
E significa che ogni volta che fai una lavatrice inquini, perché scarichi in acqua una dose di acido acetico (misto ai metalli pesanti che non sono rimasti attaccati ai tuoi vestiti) che è:
- difficilmente biodegradabile;
- crea un ambiente tossico per i pesci.
Quando si parla di ecologicità di un detersivo ci si riferisce spesso alla sola biodegradabilità.
Questo è limitante oltre che scorretto.
Serve andare più a fondo e considerare anche i danni che un detersivo combina mentre è in circolo e prima che si degradi.
Mentre se ne sta in circolazione fa danni terribili all’ambiente e alle persone.
Per capire fino in fondo la qualità di un detergente allora la dobbiamo smettere di pensare alla biodegradabilità e cioè al fatto che prima o poi smetterà di fare danni, e studiare la tossicità.
La domanda è: cosa combina e quanto è tossica questa soluzione che sto utilizzando finché è in circolazione?
Questa tossicità viene calcolata attraverso il VCDtox: VCD sta per volume critico di diluizione e ci indica quanta acqua è necessaria per far tornare “vivibile” l’ambiente contaminato da una dose di prodotto.
Confrontiamo 1 litro di aceto (percentuale di acido acetico al 6%) e 1 litro di acido citrico, che prepareremo in concentrazione al 6%.
In entrambe le soluzioni abbiamo 60 grammi di principio attivo:
60 grammi di acido acetico nell’aceto
60 grammi di acido citrico nella nostra soluzione.
Ora andiamo a controllare i valori di questi ingredienti nella DID list europea (Detergent Ingredients Database), la lista di sostanze che si possono utilizzare per la formulazione dei detersivi.
I dati che prendiamo in considerazione sono: la tossicità acuta, la tossicità cronica e la degradazione di ogni ingrediente.
Mettiamo insieme questi dati e con la formula del VCDtox ricaviamo il valore che ci indica quanta acqua serve per annullare una singola dose di ogni prodotto.
La formula per calcolare il VCDtox è la seguente:
VCDtox = [(Dosage x DF)/TF] x 1000
Ecco i dati da DIDlist dei nostri ingredienti:
ACIDO ACETICO | ACIDO CITRICO | |
0,05 | 0,05 | DF (fattore di degradazione della sostanza) |
0,03 | 1,6 | TF (fattore di tossicità della sostanza) |
60 | 150 | QUANTITA’ nella soluzione |
Applicando la formula all’aceto otteniamo [(60 x 0,05)/0,03] x 1000 =100.000,20 LT
Applicandola invece alla soluzione acido citrico [(60 x 0,05)/1,60] x 1000 = 1875,00 LT
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- Un litro di aceto inquina 100.000 litri di acqua.
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Per dirla più correttamente possibile: occorrono 100000 litri di acqua per far tornare nullo l’effetto dell’aceto per i pesci del mare
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- Un litro di soluzione a base di acido citrico preparato al 6% inquina 1.875 litri.
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E’ più corretto dire che se io verso 1 litro di soluzione a base di acido citrico in acqua servono 1875 litri di acqua per far tornare nulla la sua azione e che in quell’acqua ci possano vivere i pesci.
HAI LETTO BENE: INQUINA 53 VOLTE MENO
Sono sicuro che ora hai un motivo in più per rivedere le tue abitudini e valutare un prodotto davvero ecologico e lasciare da parte i falsi consigli ecologici.
E se ti sei incuriosito e vuoi provare l’acido citrico, il più conveniente e con la confezione in carta riciclabile che ti permette di evitare plastica inutile lo trovi sul sito di Verdevero – I detersivi ecologici che puliscono davvero.