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La stagione degli uragani atlantici del 2020 è iniziata in modo selvaggio

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Tenetevi pronti: la stagione degli uragani nell’Atlantico 2020 è iniziata questa settimana e il continente Americano sta già sperimentato un gigantesco uragano, confermando le previsioni dei meteorologi secondo cui la stagione degli uragani di quest’anno potrebbe essere selvaggia e pericolosa.

La stagione degli uragani atlantici va dal 1 giugno al 30 novembre e presenta un picco tra la fine di agosto a settembre. Il 2 giugno 2020, una depressione tropicale nel Golfo del Messico si è trasformata ufficialmente nella tempesta tropicale Cristobal, secondo il National Hurricane Center.

Acqua mossa da un uragano

La stagione degli Uragani Atlantici è quindi iniziata in maniera prepotente nel 2020. Si sono già viste tre tempeste abbastanza potenti da farsi aggiudicare un nome, due delle quali si sono formate prima dell’inizio ufficiale della stagione.

La tempesta tropicale Cristobal sta già causando molti problemi. L’uragano ha già provocato inondazioni mortali in alcune parti del Guatemala ed El Salvador, e anche forti piogge su porzioni del Messico meridionale, Guatemala, Honduras ed El Salvador. Tutto questo sta facendo aumentare il rischio di alluvioni improvvise potenzialmente letali.

L’esercito ha già evacuato 138 persone nella città messicana di Campeche, mentre si contano almeno 22 morti in El Salvador e in Guatemala per i potenti danni della tempesta.

La stagione degli uragani nell’Atlantico 2020 è destinata a essere davvero massiccia. Gli esperti di uragani prevedono una probabilità del 60% di una stagione sopra la media, una probabilità del 30% di una stagione quasi normale e solo una probabilità del 10% di una stagione sotto la media. Queste previsioni si basano su una combinazione di diversi fattori climatici che si stanno diffondendo in tutto il pianeta.

Il primo fattore importante da tenere in considerazione è El Niño Southern Oscillation. Di cosa si tratta? un ciclo climatico che descrive le fluttuazioni di temperatura tra l’oceano e l’atmosfera nel Pacifico equatoriale centro-orientale che ha effetti per il clima e la stabilità dell’intero pianeta. El Niño si collega in genere alla fase torrida, quando le acque superficiali più calde del Pacifico si trovano al largo del nord-ovest del Sud America. Se si parla invece della “La Niña” ci si riferisce alla fase fredda, quando ci sono temperature della superficie del mare al di sotto della media attraverso il Pacifico centro-orientale.

Inoltre, i meteorologi affermano che ci sono anche temperature della superficie del mare più calde della media nell’Oceano Atlantico tropicale e nel Mar dei Caraibi, venti tropicali dell’Atlantico più deboli e un monsone dell’Africa occidentale potenziato; tutti questi fattori aumentano la probabilità di una stagione di uragani atlantici al di sopra della media e potenzialmente disastrosa.

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