L’ecologia, il risparmio energetico, le energie rinnovabili, la bioedilizia e il riciclo devono essere piccoli interventi in armonia con l’ambiente e con i fabbisogno locale
Dovrebbe essere un introduzione graduale, nella propria realtà domestica dei diversi aspetti dello sviluppo sostenibile: una somma di piccoli interventi localizzati, volti ad una trasformazione rilevante, ma che parte appunto dal basso.
Senza demonizzare nessuno anche a livello alimentare si sta facendo dei passi indietro e differentemente da quanto successo negli ultimi decenni, si sta tornando a parlare di prodotti locali, chilometro zero e filiera corta anche nelle grandi distribuzioni senza considerare il sempre maggior numero di Gruppi di Acquisto Solidale. Anche da un punto di vista energetico, tanti piccoli interventi per edifici sostenibili, sono più auspicabili.Quando si sente parlare di sostenibilità ci propongono sempre l’introduzione di macro soluzioni: il grande impianto di smaltimento, il mega “parco” eolico etc. La mentalità industriale è ormai così radicata che siamo portati a pensare soluzioni “industriali” a problemi locali. La sostenibilità è il nostro obbiettivo e l’industria può essere il motore di rilancio, non certo l’ideologia a cui far riferimento.
Dovrebbe essere un introduzione graduale, nella propria realtà domestica dei diversi aspetti dello sviluppo sostenibile: una somma di piccoli interventi localizzati, volti ad una trasformazione rilevante, ma che parte appunto dal basso. Si pensi a quanto è stato importante per il risparmio energetico e l’abbattimento dei costi, l’introduzione di elettrodomestici in classe energetica A: ieri era una novità oggi è il linguaggio comune, la normalità.
La sostenibilità prende vita nel nostro iter quotidiano, dalle piccole scelte consapevoli: prodotti riciclati, materiali a basso impatto, imballaggi bio compatibili, cibi a km 0, impianti rinnovabili locali, sono solo alcune delle soluzioni da intraprendere. Per quanto si sia portati a pensare che il grande intervento sia risolutivo, o quanto meno che alcuni macro interventi possano risolvere al meglio le esigenze, in realtà non è così.
Senza demonizzare nessuno anche a livello alimentare si sta facendo dei passi indietro e differentemente da quanto successo negli ultimi decenni, si sta tornando a parlare di prodotti locali, chilometro zero e filiera corta anche nelle grandi distribuzioni senza considerare il sempre maggior numero di Gruppi di Acquisto Solidale. Anche da un punto di vista energetico, tanti piccoli interventi per edifici sostenibili, sono più auspicabili.
Mega mostri ecologici, hanno dimostrato i loro limiti: tempi progettuali e di realizzazione lunghi, inadeguatezza al momento della loro entrata a regime, impatto sul territorio e insostenibilità a tutti i livelli. Non di meno pensando al approvvigionamento energetico, non si considera mai il problema del trasporto: in Italia è stato stimato che in media annualmente si perda il 6% dell’energia elettrica per il trasporto.
Quindi si può parlare anche in questo caso di filiera corta e vantaggi derivanti da produzioni locali con autoconsumo. Se possiamo fare delle scelte, meglio farle consapevoli, piccoli gesti che diventano buone abitudini: l‘ecosostenibilità passa per queste vie.
L’esperto è a vostra disposizione per domande e chiarimenti: Iarkhi
Studio di Bioarchitettura
dott. arch. Cinzia Bagnoli, dott. arch. Mattia Fantoni
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