E’stato istituito a Empoli dalla Regione Toscana per studiare i legami tra le piante medicinali e le moderne pratiche scientifiche della fitoterapia
Il Servizio Sanitario Nazionale si fregia di un nuovo fiore all’occhiello: presso l’Unità di Medicina Naturale dell’Ospedale San Giuseppe (USL 11), la Regione Toscana ha istituito il Centro di Etnomedicina, una struttura multidisciplinare specializzata nello studio dei rapporti tra la medicina popolare tradizionale e il moderno uso scientifico delle erbe, ovvero la fitoterapia. Ne dà notizia il professor Fabio Firenzuoli, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti (ANMFIT) e direttore a Empoli del Centro regionale di riferimento per la Fitoterapia. “Il Centro di Etnomedicina”, spiega, “è l’anello di congiunzione tra le secolari pratiche mediche dei nostri nonni e la moderna medicina delle piante. Il suo obiettivo è infatti di individuare, analizzare, recuperare e promuovere tutte le conoscenze delle terapie tradizionali. Rende bene l’idea l’esempio della Vitalba, un rampicante che in Italia si trova ovunque. Ebbene: in ambito medico non è usata perché contiene alcaloidi tossici, ma nell’area di Grosseto se ne ricava un unguento contro i dolori muscolari, in Lunigiana si usa metterne le foglie nelle narici contro l’emicrania e in Lucchesia è considerata un ottimo rimedio per porri e verruche. Ancora: un tempo la Vitalba era la classica erba anti malocchio, mentre oggi può capitare di trovarsela in tavola sotto forma di frittata. Casi del genere ce ne sono molti, dice Firenzuoli. Erbe di impieghi vari e complicati, spesso mai studiate benché molto popolari. In Toscana la medicina tradizionale delle piante è già prevista come materia di studio del Master di Fitoterapia che si tiene ad Empoli, le cui iscrizioni chiudono il prossimo 22 gennaio.