Di gelsomini se ne contano a bizzeffe, ma questo raro esemplare proviene dalla collezione botanica di Villa di Castello a Firenze, il Sambac Granduca di Toscana
Il gelsomino dal profumo inebriante è il Sambac Granduca di Toscana. Ci sono studi secondo cui la memoria è legata ai profumi, nel senso che, basta essere accarezzati da un effluvio che ci si ritrova rapiti dal ricordo. C’è un luogo nel giardino della villa medicea di Castello di Firenze, protetto dal tempo e spesso anche dai visitatori, dove i profumi sono una sorta di macchina del tempo stordente: è il “Giardino segreto” limitato da alte mura e da un portone ben assicurato. Qui Paolo Galeotti, acuto giardiniere e responsabile delle sorti delle collezioni medicee, mantiene vivo il ricordo dell’Ortaccio un piccolo appezzamento di terreno dove Cosimo III sperimentava nuove colture esotiche da utilizzare per medicamenti.
LE COLLEZIONI
Tra le collezioni, insieme alle bizzarrie, varietà rara di agrume antico, e le piante da collezione, spicca il Sambac “Granduca di Toscana”, un gelsomino indiano dai fiori bianchi e profumatissimi che somigliano a delle miniature di boccioli di gardenia. Fiorisce da giugno a settembre e può raggiungere i 3 metri d’altezza, almeno in India dove viene esposto nei templi come offerta agli dei. Da noi invece il gelsomino va mantenuto in vaso e protetto dai rigori dell’inverno.
IL GELSOMINO DI GOA
Alla pianta delicata che per l’aroma al mughetto veniva chiamata mugherino di Goa, il Granduca destinò una zona dell’Ortaccio con una serra appositamente riscaldata e ancora visitabile, chiamata la “Stufa dei mugherini”. Per accondiscendere Cosimo III appassionato di cioccolata, Francesco Redi archiatra del Granduca, approntò una ricetta rimasta “segreto di Stato” fino al ‘700, grazie alla quale si ammorbidiva il pungente gusto del cacao. Ai fiori di Gelsomino si univa la cioccolata serbandola in scatole di latta per almeno 10 giorni. In tutte le corti d’Europa non si parlava d’altro che del cioccolato fiorentino che non aveva eguali.
LA RISCOPERTA
Per questo il mugherino di Goa venne ribattezzato Granduca di Toscana in onore del suo più grande estimatore. Con il tempo, del gelsomino in villa se ne erano perse le tracce. Ma più di un decennio fa, a seguito degli studi storici di Giorgio Galletti all’epoca architetto direttore delle Ville Medicee, Galeotti se ne fece arrivare delle talee così da dar nuova vita all’Ortaccio e alla Stufa dei mugherini. Da qualche anno, Filippo Figuera titolare illuminato del vivaio Malvarosa di Catania ha pensato bene di colmare questo vuoto botanico iniziando a riprodurre il gelsomino Sambac Granduca di Toscana avendo un notevole successo tra gli estimatori di piante storiche.
Per info vivaio: via S. Martino, 3 Carruba di Giarre (CT), http://www.malvarosa.it