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I tappeti di Boralevi

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Come conservare un tappeto antico con metodi naturali

Alcuni sono fatti di paglia, rafia e capelli

Tappeti come opere d’arte, manifesto di un’arte di corte fastosa e celebrativa, importati dal mondo islamico a testimoniare la ricchezza di incroci culturali; tappeti come raffinati ornati disposti  in primo piano a rubare la scena e delimitare l’aura di divinità abitata, poco più in là, da santi e madonne, come svelano le solenni pale d’altare di grandi pittori del passato: da Memling a Lotto, da  Crivelli a Bellini fino a Tintoretto. Tappeti vivi che interagiscono con la nostra sfera più intima producendo impressioni legate al piacere di sentire il tappeto sotto i propri piedi pervenendo quasi al desiderio di carezzarlo, come si trattasse del vello da cui ebbe origine.
“Sono del parere che un tappeto può suscitare le stesse emozioni che possiamo provare di fronte ad un’opera d’arte”, afferma Daniele Boralevi, appartenente ad una dinastia di antiquari che dal 1930 prima a Venezia e poi a Firenze si è specializzata nella cura del tappeto antico, vera e propria opera d’arte, come la mostra Art under feet (che si chiusa da poco alla Galleria del Palazzo Coveri) ha mostrato a piene note.

L’utilizzo di fibre e di colori naturali è importante per la qualità, il valore e l’originalità di un tappeto? “Certamente. Il tappeto tradizionale – spiega Boralevi – è interamente fatto con fibre naturali. Alla paglia e la rafia dei primi esemplari (con l’aggiunta di capelli in età neolitica) si sostituirono la lana, il cotone e per committenze prestigiose, specie in India e in Cina, la seta unita a fili preziosi in oro, argento e leghe sottili. I colori poi sono di origine minerale, vegetale o animale: ad esempio il blu è prodotto dal cobalto mentre il rosso dalla cocciniglia”. 
I tappeti moderni usano materiali naturali o sintetici?
“I primi colori sintetici sono stati introdotti nel primo ‘900 – prosegue Boralevi. “Sui tappeti di oggi un ruolo importante gioca anche la creatività occidentale come è successo con la maison Coveri; sull’utilizzo dei materiali la scelta spetta in certi casi anche alla committenza che può preferire lane tutte naturali ma anche orientarsi su un tappeto interamente prodotto con fibre sintetiche.”

Fra le attività della vostra galleria anche il Carpet care, l’opportunità che offrite alla clientela di usufruire di un screening completo dello stato di salute del tappeto. Quanto è importante utilizzare prodotti naturali ed ecocompatibili per la conservazione di un tappeto antico? “Fondamentale, conclude Boralevi. Ad esempio per il lavaggio ecologico utilizziamo di regola il sapone di marsiglia mentre l’aceto o l’ammoniaca possono essere utilissimi per riottenere la lucentezza cromatica originaria del tappeto.”

Galleria Boralevi – Via Maggio 84 r, 50125 Firenze, Tel.055 281756. www.boralevi.com

 

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Mimma Pallavicini

Mimma Pallavicini, naturalista, fotografo e giornalista dal 1985, ha collaborato e collabora con le principali testate del verde italiane. Tiene una rubrica su Gardenia. Traduce e cura l’editing di libri di settore e di enciclopedie di giardinaggio a fascicoli. Ha scritto libri per Fabbri, Edagricole, De Agostini, Zanfi, Cairo, Giunti. Spia con interesse l’evoluzione dell’editoria nel web e fa pratica dei nuovi linguaggi con il blog mimmapallavicini . Vive sulle montagne biellesi.
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