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Humus di Lombrico: come si fa e a cosa serve (le guide)

Cosa trovi in questo articolo

L’humus di lombrico dal classico fertilizzante al tè di lombrico: tutte le tecniche per produrlo e per utilizzarlo nell’orto, nel giardino e sul balcone.

L’humus di lombrico è il re dell’orto biologico! L’Humus è la porzione più attiva della sostanza organica che una volta trasformata in acido humico, interagisce con gli elementi chimico-fisici del terreno influenzandoli positivamente. L’humus del terreno ha la capacità di sciogliersi con il caldo e solidificarsi con il freddo; questa caratteristica gli permette il rilascio graduale dei sali minerali e degli elementi necessari per un adeguato nutrimento del terreno e della pianta. Si differenzia dal compost e dal fertilizzante organico per il suo stadio avanzato di decomposizione. L’humus può essere ottenuto da scarti organici e da letame. Quando quest’ultimo è addizionato con lombrichi, che si nutrono appunto di letame e rifiuti organici, si ottiene l’humus di lombrico.

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L’HUMUS DI LOMBRICO

Eliminato il liquame in eccesso, l’Humus di lombrico si ottiene dal letame miscelato con residui vegetali e distribuito su apposite lettiere, possibilmente di plastica e dotate di fori per il drenaggio dell’acqua e il passaggio dell’aria, dove sono collocati i preziosi anellidi. Questi, nel corso delle settimane si moltiplicano, scavano vere e proprie gallerie, drenano l’acqua, arieggiano e lavorano il terreno, ma soprattutto metabolizzano e trasformano la sostanza organica in humus. Come trasformano il composto in un potente concime organico? nutrendosi di scarti biologici e letame animale e rilasciando le proprie deiezioni, che accelerano la mineralizzazione e l’umificazione delle sostanze organiche, risultando infine preziosi concimi, e in un ciclo naturale perfetto in cui si smaltiscono i rifiuti organici, alimentando e arricchendo la terra.

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L’ALIMENTAZIONE DEL LOMBRICO

Il lombrico dovrà essere alimentato settimanalmente con gli scarti dell’orto, del giardino e della cucina lasciati precedentemente decomporre con il letame, possibilmente equino o avicolo. Questi rifiuti dovrebbero essere ridotti in poltiglia e mescolati in acqua. Gli scarti meno indicati per alimentare i lombrichi sono le erbe di sfalcio, i grassi animali, i prodotti caseari, le spezie, la frutta acida, le varietà della specie Allium e i lievitati.

PROPRIETÀ

L’humus di lombrico mantiene costante l’umidità del terreno riducendo il fabbisogno di acqua della pianta, migliora la struttura del suolo, mantiene il PH neutro, pulisce in profondità il terreno arricchendolo di sostanze organiche e di tutti gli elementi minerali di cui necessita aumentando la capacità di germinazione delle sementi, è resistente al dilavamento proteggendo conseguentemente le concimazioni; inoltre, rilascia i suoi nutrimenti lentamente e costantemente, riduce l’erosione del suolo, aumenta la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti, predisponendo l’habitat ideale alle nostre colture e assicurando raccolti notevolmente più abbondanti.

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CARATTERISTICHE

L’humus di lombrico è un ammendante stabile chimicamente e biologico al 100%. E’ ricco di microrganismi e di enzimi, la cui concentrazione in 1 tonnellata è pari a quella contenuta in oltre 10 tonnellate di letame. Questo vermicompostaggio ha inoltre un alto contenuto di auxina e di ormoni vegetali, che influenzano positivamente la crescita delle piante. Il suolo trattato con humus di lombrico contiene percentuali di azoto 5 volte più abbondanti, un contenuto di potassio 7 volte più ricco e il doppio di calcio e di magnesio, rispetto ad un suolo non trattato. Questo presenta anche una percentuale minima ma efficace di microelementi quali zinco, ferro, boro, manganese e rame. Esiste un composto organico di origine animale, il Fladen, ottenuto con gusci di uovo, basalto e preparati biodinamici da cumulo, che mantiene la vita biologica del terreno attivando e sostenendo la presenza del lombrico. Infatti, un segno della buona conservazione di questo preparato biodinamico è proprio la presenza dei lombrichi, i cui nemici sono invece topi e uccelli.

UTILIZZO

Non vi è alcuna controindicazione all’uso di questo miracoloso fertilizzante naturale, non è possibile un sovradosaggio, né vi sono restrizioni particolari al periodo di utilizzo. Ciononostante, i lassi di tempo in cui sarebbe più opportuno farne uso sono l’autunno, la fine della primavera e l’inizio dell’estate, poiché il terreno è più stanco e ha bisogno di maggiore sostegno. Aggiunto agli ortaggi ne stimola la crescita; durante la semina aiuta lo sviluppo dei germogli, aggiunto nella buca d’impianto e dopo la messa a dimora riduce lo stress delle piante procurato dal trapianto. E’ bene tenere presente che le solanacee sono solitamente le varietà più esigenti e quindi quelle che necessitano di maggiori dosi di humus.

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TERRICCIO PER GLI ORTAGGI

Il terriccio di humus di lombrico si interra con la zappa per arricchire il terreno degli ortaggi, in ragione di 1 kg/m2; per i rinvasi, invece, si mescola il 20% del formulato alla comune terra o alla torba. Inoltre, si utilizza: annualmente, in caso di stanchezza del terreno; settimanalmente prima dell’irrigazione, per tonificare le colture; in primavera e in autunno, invece, si impiegano circa 2 kg/albero mescolati col terreno intorno alle radici, come fertilizzante di base delle piante da frutto.

HUMUS DI LOMBRICO LIQUIDO

Un’altra forma di humus di lombrico è quello liquido, altrimenti detto tè di lombrico o compost tea. L’humus di lombrico liquido è chiamato così per via del colore, dato dalla presenza di carbonio che ricorda quello del comune infuso e per la preparazione che prevede l’infusione, la macerazione in acqua e infine la filtrazione del prodotto. Questa forma di vermicompostaggio si realizza con il lavaggio periodico delle lettiere dei lombrichi, che necessitano di una continua areazione attraverso una pompa. Esso ha l’enorme vantaggio di una più efficace dispersione sulla parte aerea della pianta. Si può utilizzare puro o diluito; le dosi prevedono fino 10 lt di acqua per ogni litro di tè di lombrico da spargere direttamente sulle foglie o sulle radici.

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CENNI STORICI E BOTANICI

I benefici del lombrico erano noti già nell’antico Egitto: in una sorta di legge speciale di tutela della specie, ante litteram, Cleopatra vietò a chiunque di raccoglierli e trasportarli, pena la morte. Oggi si può trovare un esemplare di lombrico mummificato perfino nel prestigioso dipartimento egizio del British Museum. Più tardi, Aristotele li definì “l’intestino della terra” e chissà se avesse già intuito che proprio nell’intestino di questo vermi si sviluppano enormi quantità di generosi resti organici. Fu però Darwin a studiarli così attentamente da descriverne l’azione benefica sul suolo, grazie al potere fertilizzante degli escrementi di questi vermi. L’Italia è stato il primo paese europeo ad allevare i lombrichi rossi (Eisenia foetida, appartenenti all’Ordine degli Anellidi e al genere dei lombrichi), la specie che si riproduce fino a 100 volte di più rispetto alle altre e quindi più indicata per la vermicomposta. Questi anellidi sono anche detti vermi rossi California perché nel 1959 furono oggetto di studi e ricerche proprio presso l’Università della California.

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Manuela Serio

Nata e cresciuta a Lecce, dopo il diploma di Perito Agrario si laurea in Scienze Politiche con una tesi in Diritto Agrario Comunitario sulla legislazione dei vini DOC provenzali, presso “l’Université de droit, Sofia Antipolis” di Nizza. Nel 2013 consegue il diploma di Sommelier e dal 2014 collabora con l’Accademia dei Georgofili, curando le attività relative all’Expo 2015. Decide quindi di andare a vivere a Montepulciano e contribuire alla gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia ma anche di dedicarsi all’attività giornalistica nel settore agricolo ed enogastronomico e di wine taster and consultant per alcune strutture ricettive nel sud Salento. E’ un’appassionata di natura, agricoltura sostenibile, moto, cucina, tennis e vela.
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Una risposta

  1. Ottimo, è la guida migliore che ho cercato e trovato.Grazie per questo e per la possibilità di stamparlo anche se la accuratezza e la semplicità ne aiutano la memoria.

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