Diventare un’impresa green conviene per diversi fattori, principalmente perché si aiuta l’ambiente e la società, si stimola l’innovazione e si apporta un miglioramento al lavoro, aprendo la porta a mercati più sensibili ed esigenti.
Cresce il clima e l’attenzione delle imprese italiane verso la sostenibilità, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente: sono sempre di più le imprese che negli ultimi anni rafforzano i meccanismi dello sviluppo economico. L’Italia vanta di una posizione d’eccellenza per la eco-sostenibilità sia in ambito energetico che in quello dei rifiuti e dei packaging ecosostenibili. Un esempio è la società P&G, fortemente impegnata nel campo dello sviluppo sostenibile.
Ma cosa significa entrare nel campo della Green Economy? Quali sono i vantaggi? Ne scopriremo di più in questo articolo che ci aiuta a comprendere meglio la situazione italiana grazie ai dati raccolti da numerosi studi.
Che cos’è la Green Economy e quali sono i vantaggi
La Green Economy rappresenta una strategia di sviluppo basata sulla crescita delle imprese in termini economici e sull’utilizzo moderato delle risorse offerte dall’ambiente. Si tratta di un modello teorico di sviluppo economico che punta al miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale e garantisce, al tempo stesso, una significativa riduzione degli sprechi ambientali e della scarsità delle risorse.
La Green Economy è finalizzata ad aumentare la resa economica di una società attraverso l’applicazione di sistemi produttivi con un impatto ambientale ridotto. Secondo le Nazioni Unite, l’economia verde è in grado di produrre un benessere individuale e di equità sociale nel completo rispetto dell’ambiente circostante. Tutte le imprese che utilizzano il modello di Green Economy hanno come unico obiettivo quello di creare ricchezza salvaguardando l’ambiente, una sfida che necessita l’unione delle forze pubbliche e private.
Gli obiettivi della Green Economy possono essere riassunti in 4 macro categorie:
- Riduzione delle emissioni di CO2 e gas serra;
- Aumento dell’efficienza con cui vengono impiegate le risorse naturali;
- Riduzione del materiale di scarto e dei rifiuti nei processi produttivi;
- Prevenzione della perdita di biodiversità e degli ecosistemi naturali.
Green Economy e imprese sostenibili: uno sguardo ai dati
L’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica (Enea) ha presentato i risultati della “Piattaforma italiana per l’economia circolare” che coinvolge più di 60 stakeholders tra istituzioni, imprese e organizzazioni della società civile. Nel mondo delle imprese più dinamiche si ragiona in termini di sostenibilità ambientale e sociale.
Sono circa 350 mila le imprese italiane che, fino ad oggi, hanno investito in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e contenere le emissioni di CO2. A questa grande trasformazione è dovuta l’integrazione di 3 milioni di posti di lavoro, denominati “Green Jobs”, ovvero il 13% dell’occupazione nazionale che conta figure professionali come ingegneri, tecnici energetici, agricoltori biologici, installatori di impianti a basso impatto ambientale e così via.
Le imprese coinvolte nella Green Economy hanno visto, negli anni, un aumento di competitività all’interno dei mercati esteri, nettamente superiore rispetto al resto del sistema produttivo italiano. Il 70% di queste imprese, infatti, ha sviluppato numerose attività di innovazione e il 26% sta portando avanti progetti di hi tech. In tutto questo, il fatturato ne trae notevoli benefici con un aumento che ha coinvolto, negli scorsi anni, il 40% circa delle imprese green.
Tutte queste imprese hanno spinto il sistema produttivo italiano a diventare una leadership europea nelle performance ambientali, una posizione che tende ad aumentare grazie ai nuovi decreti governativi che incrementano l’attenzione verso l’industria e la sostenibilità. Dopo la crisi economica, sociale e sanitaria che tutte le nazioni stanno vivendo in questo periodo, si ipotizza una forte crescita della crescita della green economy che porterà ad un futuro più competitivo e sostenibile.