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Fotovoltaico: quali gli incentivi e come utilizzarli

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Per le energie rinnovabili ci sono incentivi, fra questi il Conto Energia per il fotovoltaico con il quale ogni KWh prodotto viene incentivato. Guardiamo come.

Le cronache di questi giorni, riportano le gravi conseguenze che i fenomeni meteorologici stanno provocando al nostro sistema energetico nazionale.
Alla luce di questi accadimenti diventa sempre più importante diffondere con maggiore impegno gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Fortunatamente nel nostro paese esiste una legislazione abbastanza completa per quanto riguarda gli incentivi alla diffusione di energie rinnovabili. La principale di questa è quella relativa al fotovoltaico meglio conosciuta come “Conto Energia”. Siamo arrivati alla sua quarta (4) versione che dovrebbe terminare nel 2016, fatto salvo il prematuro raggiungimento della quota elettrica incentivata prima di questa data.
Tralasciando i complicati meccanismi che regolano il funzionamento di questa normativa riteniamo utile il seguente riassunto.

LE TARIFFE DEL CONTO ENERGIA
Le tariffe incentivanti dal “ Conto Energia” – DM 05 2011 prevedono che ogni KWh prodotto dell’impianto fotovoltaico venga incentivato, sia nel caso di assorbimento diretto da parte dell’utenza, sia nel caso venga immesso in rete. Le tariffe variano al variare della potenza dell’impianto e del tipo di integrazione scelta. Nella tabella che segue vengono evidenziate la classe di potenza cui appartiene l’impianto proposto, il tipo di integrazione scelto e di conseguenza la tariffa incentivante cui è possibile accedere.

INCENTIVI DURATA VENTENNALE
Questi incentivi hanno una durata ventennale (20) dal momento dell’allaccio da parte del distributore locale alla rete elettrica nazionale. Come si vede si dividono in classi di potenza installata (da 1 kw fino a 5.000 kw) e se posizionati su tetti e/o a terra. Inoltre si può vedere che la differenza di incentivo tende a diminuire con il passare del tempo e in base alla potenza installata.

COME ACCEDERE AGLI INCENTIVI

Per accedere a questi incentivi e necessario una registrazione presso il portale del  GSE (Gestore Servizi Elettrici) e seguire tutta una serie di adempimenti piuttosto complicati e laboriosi. Per questo motivo si sconsiglia la pratica del “fai da te” ma di affidarsi alle innumerevoli società e/o professionisti presenti sul mercato che svolgeranno tutto loro. Infatti la formula più conveniente è il “chiavi in mano” dove ci si affida alla società scelta che si occuperà sia della realizzazione dell’opera sia delle relative domande tecniche e burocratiche agli enti preposti.
Oltre alla richiesta di incentivo indicata precedentemente bisogna fare domanda di collegamento al distributore elettrico locale, al comune e/o enti vari (provincia, enti parco, comunità montana etc) e redigere un progetto elettrico secondo le normative Uni-En e Iso. Insomma la realizzazione dell’impianto è la parte più semplice.
Agli incentivi possono accedere sia i privati che le persone giuridiche (possessori di partita iva), mentre la tassazione delle rendite finanziarie derivanti da questi impianti vengono calcolate secondo il proprio profilo di reddito.

EROGAZIONE CONTRIBUTI
Ricordiamo che l’erogazione dei contributi indicati precedentemente è subordinato al corretto funzionamento dell’impianto, cioè i nostri pannelli devono “effettivamente” produrre elettricità che viene “contata” da un apposito contatore posto a valle dell’impianto medesimo. In base hai quantitativi prodotti il GSE erogherà il contributo in denaro accreditando il corrispettivo ogni sei (6) mesi sul conto corrente del proprietario dell’impianto. Naturalmente è possibile modificare in ogni momento le proprie coordinate bancarie previa comunicazione al GSE.
Di vitale importanza dunque il regolare funzionamento del nostro impianto altrimenti non si accede agli incentivi con grave ripercussione sul conto economico previsto in fase di realizzazione dell’opera.

IMPIANTO FOTOVOLTAICO MIGRATORE
L’impianto fotovoltaico è possibile “spostarlo” nell’arco dei venti (20) anni per i più diversi motivi (riqualificazione edilizia, sostituzione tetti, cambio di destinazione d’uso del terreno etr) anche se è sempre consigliabile non eseguire queste operazione o almeno ridurle al minimo visto i costi necessari per lo spostamento e la mancata produzione dell’impianto medesimo.
Concludendo possiamo tranquillamente affermare che l’impianto fotovoltaico, oltre ad essere un buon investimento finanziario, permette una buona autosufficienza energetica (anche con temperature sotto zero come adesso) in quanto funziona sempre quando c’è luce (non bisogna che ci sia “sole” basta la luce del giorno), diminuisce le nostre emissioni di Co2 e permette di farci risparmiare denaro nel caso decidiamo di usarlo anche per auto-consumo (opzione di scambio sul posto).

Sandro Bagatti, ingegnere ambientale. www.nashbusiness-ambiente.it

 

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Letizia Materassi

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