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Il cornoletame: cosa è, come si usa (le guide)

Cosa trovi in questo articolo

Una guida per conoscere e utilizzare il preparato biodinamico di cornoletame “500” . La formulazione, la preparazione, l’interramento e la conservazione: tutte le fasi dell’utilizzo del cornoletame.

Il cornoletame è un preparato biodinamico da spruzzo che si elabora interrando per circa sei mesi un corno di vacca riempito di letame, quindi lo si disotterra e dopo averlo diluito in acqua lo si irrora sul terreno. Partendo dal principio biodinamico che lo sviluppo ottimale delle piante dipende dalla buona salute del terreno, questa pratica rivitalizzando, fertilizzando e fornendo al suolo un’enorme quantità di microrganismi favorisce una migliore crescita e una maggiore resa delle colture. Il numero 500 che segue il nome di questo preparato, come per gli altri preparati biodinamici, è stato attribuito nel 1928 tre anni dopo la morte di Steiner, indica la parcella sperimentale che lo contraddistingue ed è spesso utilizzato al posto del nome stesso.

 

Il CORNOLETAME NELLA FILOSOFIA STEINERIANA

Steiner nella sua quarta lezione spiegò che le vacche sono dotate di corna perché attraverso queste inviano al proprio interno le forze eteriche e astrali cosmiche dell’ambiente in cui vivono. Queste forze penetrando all’interno dell’organo digestivo, influenzano la composizione del letame che restituito nell’ambiente lo arricchisce di forze spirituali, rendendolo fertile e conseguentemente influenzando positivamente la crescita vegetale delle colture messe a dimora, dalla semina alla raccolta.

 

LE FORMULAZIONI

Il preparato 500 si trova in due formulazioni: classico o compostato. Il primo, le cui dosi sono di 200-300 gr per ettaro, è un rivitalizzante; il secondo, detto 500k o 500p, è preparato con dosi dimezzate, ricompostato coi preparati da cumulo favorisce la creazione di sostanza umica e potenzia la trasformazione di sostanza organica. Conosciamo da vicino il preparato 500.

 

I VANTAGGI

Il cornoletame rivitalizza il terreno aumentando la concentrazione di humus, potenziando l’attività microbica, migliorando la struttura e il ph del suolo, aumentando la resistenza alla siccità e creando, pertanto, le migliori condizioni per lo sviluppo delle piante e soprattutto delle radici.

 

QUANDO E COME SI PREPARA

La preparazione del cornoletame avviene in autunno perché le deiezioni prodotte dall’alimentazione bovina nei prati estivi, possibilmente biodinamici e composti da una consociazione di colture foraggere, risultano le più adatte e di migliore qualità. Appena prelevato, il letame bovino fresco deve essere inserito nel corno di una vacca che abbia figliato almeno una volta. A questo punto si sceglierà un luogo fertile e ben esposto per interrare il corno fino alla primavera inoltrata, quando finalmente lo si può disotterrare e svuotare.

 

AVVERTENZE DURANTE LA FASE DI INTERRAMENTO

Il cornoletame, che deve essere interrato a circa 80 cm, durante i mesi invernali non teme il gelo, anzi le basse temperature stimolano la produzione di sostanza umica, ciononostante in caso di forti piogge è bene coprire il sito con un telo biodegradabile.

COME SI PRESENTA IL CORNOLETAME MATURO

Il cornoletame maturo che sia stato interrato per almeno sei mesi si presenterà con un volume notevolmente ridotto, di colore scuro, di aspetto fresco, umido e morbido, con consistenza colloidale e privo di odore di stallatico.

 

MODALITA’ DI CONSERVAZIONE

Il cornoletame viene conservato in una cassa preferibilmente di rame posta all’interno di un altro contenitore più grande di legno massello, coibentato con torba bionda asciutta. I contenitori dovranno essere posti in un luogo buio, asciutto e areato, assicurandosi che la torba, il cui spessore sarà di 10 cm per lato, non venga mai a contatto col preparato.

 

PREPARAZIONE MANUALE E DISTRIBUZIONE

Perchè non perda la sua efficacia, il cornoletame deve essere distribuito immediatamente dopo la dinamizzazione, che si effettua nel pomeriggio e consiste nel mescolare piccole quantità di preparato in grandi quantità di acqua. In particolare, il cornoletame posto in un contenitore possibilmente cilindrico, si dovrà amalgamare in ragione di circa 250 gr ogni 60 litri di acqua/ha. La procedura prevede per un’ora l’alternanza di energiche miscelazioni, a mano o con l’aiuto di un bastone, prima in una direzione e poi in quella opposta fino alla creazione di profondi vortici.

 

CONSIGLI SULL’ACQUA UTILIZZATA PER LA DINAMIZZAZIONE

L’acqua utilizzata per la preparazione del cornoletame avrà una temperatura di circa 30-40°C, dovrà essere preferibilmente piovana, priva di odori e non ristagnante da molto tempo. In caso di utilizzo di acqua pubblica è bene lasciarla a contatto con aria e luce per almeno 24 ore, in modo che i disinfettanti utilizzati abbiano il tempo di evaporare.

 

QUANDO, QUANTO E COME UTILIZZARE IL CORNOLETAME

Il cornoletame si utilizza al principio dell’autunno e della primavera e comunque all’inizio del ciclo vegetativo su terreni umidi, non lavorati e sottoposti a rotazione, prima di seminare, dopo lo sfalcio e per effettuare il bagno delle sementi e delle radici prima dei trapianti. Il preparato 500 dovrà essere distribuito in gocce grosse e rade nei pomeriggi nuvolosi e seguendo il calendario di Maria Thun dell’anno in corso.

 

CURIOSITA’ E AVVERTENZE SUL CORNOLETAME

Il preparato 500 acquistato si utilizza entro 3 giorni, in alternativa lo si può conservare fino a 2 anni con l’accortezza che rimanga sempre umido. Bisogna tenere presente, inoltre, che il cornoletame non sostituisce la concimazione organica semmai la integra, rivitalizzando il terreno e disponendolo a ricevere il preparato da spruzzo 501, il cornosilice. Ma questa è un’altra storia.

 

L’immagine di copertina è tratta dal sito biogiardino.it

 

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Manuela Serio

Manuela Serio

Nata e cresciuta a Lecce, dopo il diploma di Perito Agrario si laurea in Scienze Politiche con una tesi in Diritto Agrario Comunitario sulla legislazione dei vini DOC provenzali, presso “l’Université de droit, Sofia Antipolis” di Nizza. Nel 2013 consegue il diploma di Sommelier e dal 2014 collabora con l’Accademia dei Georgofili, curando le attività relative all’Expo 2015. Decide quindi di andare a vivere a Montepulciano e contribuire alla gestione dell’azienda vitivinicola di famiglia ma anche di dedicarsi all’attività giornalistica nel settore agricolo ed enogastronomico e di wine taster and consultant per alcune strutture ricettive nel sud Salento. E’ un’appassionata di natura, agricoltura sostenibile, moto, cucina, tennis e vela.
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