Dal guano di pipistrello, al lupino tostato fino alla borlanda, al bokashi e al brodolone: alla scoperta del concime organico. Una carrellata ragionata nella storia, da quelli dimenticati a quelli più diffusi con le tecniche d’uso e le qualità organiche. La guida all’uso del concime organico per l’orto e il giardino biologico e sinergico.
Addentrarsi nel mondo del concime organico è un’impresa che richiede pazienza e devozione. Ogni passo c’è da imparare qualcosa di nuovo e ogni testo ha la sua versione d’utilizzo. Quindi abbiamo cercato di uniformare le proposte dando organicità e logicità agli argomenti che, come vedrete, sono tanti e ampi. Le fonti, oltre a quelle riportate in fondo all’articolo, sono la civiltà contadina e i ricordi dei nostri nonni. Scusate già da ora se ci saranno omissioni. Se vorrete segnalarcele ne faremo sicuro tesoro.
IL CONCIME ORGANICO
Si definisce concime organico tutto quel fertilizzante d’origine animale o vegetale. In questo formulato non saranno presenti elementi chimici ma solo organici di derivazione animale o vegetale. Il concime organico per il suo contenuto è un fertilizzante nutritivo completo di sostanze fondamentali per i microrganismi presenti nel terreno. Gli elementi necessari alla vita delle piante sono l’ossigeno, il carbonio, l’idrogeno, l’azoto, il fosforo, lo zolfo, il potassio, il calcio, il magnesio e il ferro. L’ossigeno e l’idrogeno la pianta li assorbe sotto forma di acqua, il carbonio invece lo assimila sotto forma di anidride carbonica, tutti gli altri elementi sono acquisiti tramite i sali. Solo fosforo, azoto, potassio e calcio sono richiesti dalle piante in quantità maggiori, ma in natura la loro presenza non è così diffusa. Da qui il bisogno di fertilizzare con concimi mirati. Quindi per nutrire il nostro terreno più staremo attenti al giusto apporto di concime organico, più questo sarà sano e fertile. Con un equilibrato uso di concimi organici inoltre le nostre colture avranno meno bisogno di interventi di pesticidi e antiparassitari, con un notevole beneficio per la salute nostra e dell’ambiente, oltre ad un considerevole risparmio economico.
FOGLIE MORTE
Le foglie che cadono dagli alberi o quelle che perdono le nostre piante da giardino sono un ottimo supporto per aiutare il compost di casa ad arricchirsi. Si possono anche portare in concimaia, per chi la fortuna di averla e unirle al letame per portarlo a maturazione, oppure si possono mantenere in disparte in giardino aiutandone la fermentazione con bagni di acqua e colaticcio di letame. Una volta mature si uniscono al compost o si danno direttamente sulle parti dell’orto da concimare. Le felci che troviamo nei boschi sono ricche di azoto perfette come concime organico. Possono essere utilizzate come lettiera del compost oppure mescolate al letame. Stesso procedimento lo si svolge con l’erica (Erica vulgaris) e con la ginestra (Genista scoparia). Chi ha la fortuna di produrre granturco, girasole, topinambur, sesamo, colza li può utilizzare come lettiera deponendoli sotto la paglia così che si prendano tutto il tempo per la macerazione. Una volta pronto il concime organico si procede a distribuirlo sul terreno. Stiamo attenti alle foglie di platano, noce, castagno, ippocastano, querce e pioppo non sono molto indicate alla decomposizione per via del tannino contenuto nella foglia. Infatti ci metteranno anche 8 anni a decomporsi, oltre al fatto che per loro natura una volta umide tendono a fare strati compatti attaccandosi una con l’altra. Difficile districarle. Inoltre attenzione alle conifere: i loro aghi sono praticamente impossibili a decomporsi per via della cera che li ricopre e che rende la decomposizione lentissima. Come concime organico invece sono indicate le foglie di alberi da frutto che hanno la capacità di decomporsi abbastanza in fretta.
BANANE
Tra gli scarti di cucina ce n’è uno preziosissimo che spesso finisce direttamente nella compostiera. Stiamo parlando della buccia di banana, frutto che voi acquisterete senz’altro d’agricoltura biologica ed eco e solidale, dispensatrice di potassio allo stato puro oltre che di magnesio, fosfati e calcio. Dunque: per chi ha in giardino, o in terrazzo, le rose non si lasci scappare l’occasione di nutrirle a costo zero. Prendete la buccia di banana, tagliatela in striscioline fini e interratela intorno alla rosa un paio di centimetri dal bordo. Con le annaffiature e la macerazione rilasceranno i preziosi nutrimenti graditissimi alle vostre piante.
FALASCO, GUNCHI E CANNE DI PADULE
Per chi Ha la possibilità a far maturare il letame in autoproduzione il falasco, le cannucce e i giunchi di fiume o di lago falciati da secchi sono perfetti da aggiungere allo stallatico in quanto poco assorbono le urine degli animali svolgendo perfettamente il loro lavoro di mantecatura del letame. Con questo materiale si evita di utilizzare il fieno che è sicuramente più utile come foraggio per gli animali.
PIANTE MARINE, ALGHE
Le alghe marine, quelle spiaggiate sono un ottimo concime organico ricco di potassio, azoto e fosforo. Vengono utilizzate sia fresche che fermentate. Oppure possono essere bruciate e utilizzando la cenere nella quale, anche se si perde l’azoto, si ha un buon apporto di potassio e acido fosforico. Per utilizzare l’alga ancora fresca va fatta sgocciolare a lungo poi è necessario ammucchiarla da una parte e bagnarla molto con acqua dolce al fine di fargli perdere la maggior parte del sale in essa contenuto. Se si ha la possibilità si aggiunge del colaticcio di letame per far partire la fermentazione. Una volta che si surriscalda il concime organico si copre con la terra fino al momento in cui non verrà utilizzato. Questo concime è indicato da spargere nell’orto in autunno o in primavera prima delle semine. Invece per nutrire le piante in vaso è più indicata l’alga bruna con la quale si ricava concimi essiccati ricchi di microelementi e vitamine.
BORLANDA
È lo scarto di lavorazione della barbabietola da zucchero. Si acquista liquida o essiccata direttamente dalle fabbriche che producono barbabietola. Si utilizza con buoni risultati per la fertilizzazione dei vigneti e del mais. Ricca di azoto e potassio bisogna stare però molto attenti all’uso di questo concime organico perché spinge alquanto le colture. Altra accortezza, il preparato non deve toccare le foglie perché ha un effetto disseccante. Altro inconveniente è che il campo avrà un aroma di caramello, ma con qualche pioggia passa.
BRODOLONE O CONCIO
E’ una tecnica antica che si fa in Toscana. Consiste in un ricco nutrimento per le piante da fiore in vaso, oppure per le piante da giardino sia orticole che da fiore. Il brodolone si realizza utilizzando un contenitore in un luogo ombreggiato del giardino. In quest’acqua si lascia in infusione per almeno due settimane un sacco di cotone contente la pollina o la colombina (sappiamo comunque che la pollina è sempre la migliore in quanto riscalda di meno). Ogni tanto il sacchetto va girato in modo che fuoriescano in modo organico dal tessuto tutti i nutrimenti del guano. Per la somministrazione si deve stare molto attenti, meglio diluirlo con un po’ di acqua perché è un composto molto nutriente che rischia di bruciare le radici. Ma una volta presa la mano, il risultato è eccellente.
COLOMBINA, POLLINA E BRODOLONE
La colombina e la pollina sono concimi naturalmente prodotti nelle fattorie di casa. Si producono nel pollaio e nella colombaia e sono utilizzati soprattutto per lo sviluppo delle erbacee. Attenzione ad utilizzarle: se non si usa ogni precauzione si rischia di bruciare la piante per la forte concentrazione del letame. E’ possibile quindi diluirli con terricci oppure allungarli in acqua utilizzando una proporzione del 25% di guano per la somministrazione in terra, mentre per l’utilizzo in vaso si preferisce il 50% di pollina o colombina. Con la pollina o la colombina in Toscana si prepara il brodolone, una sorta di liquido ricco di guano e di acqua con il quale fare di quando in quando delle concimazioni alle piante solo di sera mai di mattina. Ha il vantaggio di avere un’efficacia temporale e di assorbimento maggiore sulle piante rispetto ad altri concimi. Si appronta in un luogo ombroso dell’orto o del giardino un contenitore o una vasca da lasciare aperta o semi aperta dove si diluirà della colombina o anco meglio della pollina in acqua e si lascia macerare per almeno due settimane utilizzando un sacchetto di cotone dove tenere chiuso il guano. Ogni tanto si gira il tutto e si somministra, solo la sera, mai di mattina. Se il terreno è secco si inumidirà prima della somministrazione.
COLATICCIO DI ORTICA
Il colaticcio di ortica è un fertilizzante davvero speciale utilizzato molto nell’agricoltura biologica. Per preparare il colaticcio di ortica (raccolta prima della fioritura) basta 1 kg di ortica (oppure 150-200 g di ortica essiccata) per ogni 10 litri di acqua. Tritare le foglie e metterle in acqua. Si lascia in fermentazione il tutto per due settimane in un luogo caldo ma dove non batta il sole diretto. Quindi si filtra e si diluisce circa 1 litro per ogni 10 litri di acqua e si somministra come concime organico.
SANSA
La sansa è i residuo della lavorazione del olio. Ottima per la concimazione dei terreni calcarei, degli ulivi e per le colture erbacee. Si utilizza dai 10 ai 30 quintali per ettaro in tempi di concimazione. Attenzione se ci sono pecore in zona perché ne sono ghiottissime, quindi in caso coprire bene la sansa con del pagliericcio.
FONDI DI CAFFÈ
E’ un residuo ricco di azoto e di fosforo. Questo concime organico, se non viene ben interrato, ha l’inconveniente di richiamare le formiche, quindi a momento della condivisione nell’orto ricordarsi di interrarlo ben bene. Volendo si può somministrare il caffè sulle piante in vaso utilizzando 3 tazzine di fondi di caffè su un litro di acqua. Lasciare macerare per una giornata e somministrare non più di una volta ogni 15 giorni. Assicurarsi inoltre che la pianta abbia già avuto la sua razione di acqua, quindi non somministrare mai quando la pianta ha sete.
VINACCIA
La vinaccia è quello che resta della buccia dell’uva dopo che è stata spremuta per fare il vino. Prima di utilizzarla come concime viene usata nelle distillerie di grappa o per la fabbricazione dell’aceto. Infine si destina alla formazione del concime. La vinaccia può essere destinata direttamente sul campo unita al letame. Ricca di fosforo, potassio, magnesio, calcio, silicio e azoto è un perfetto nutrimento per l’orto. Grazie al suo elevato contenuto di potassio è particolarmente indicata per concimare la vite.
LUPINO
Facendo parte delle leguminose sono il “pane” della terra. Si dice che in un ettaro di terreno le leguminose hanno la capacità di fissare l’azoto tanto quanto trenta tonnellate di stallatico. Quindi: lunga vita ai lupini. C’è chi li utilizza anche secchi per concimare ortensie, pelargoni e gardenie con ottimi risultati. In Toscana si utilizzano soprattutto per gli agrumi utilizzando la vecchia tecnica dei giardinieri di Boboli e di villa di Castello dove ancora si alleva la collezione di agrumi dei Medici. Infatti per gli agrumi dei Medici ricorda Massimo de Vico Fallani ne “Il vero giardiniere coltiva il terreno”, che i giardinieri utilizzano tutt’oggi un composto di terra rossa, terriccio ricavato dalla macerazione di foglie di leccio, sangue secco e lupini tostati il tutto unito a stallatico equino macerato. Prima di usare i lupini è buona norma tenerli in forno caldo per almeno mezz’ora al fine di sopprimere l’embrione. Per questo si dice che alle piante si danno i lupini tostati. La vulgata popolare inoltre racconta che il tritato di lupini strofinato nelle parti basse delle piante tiene lontane le formiche. Da ricordare in caso di assalto!
GUANO DI PIPISTRELLO
Il guano di pipistrelli è un concime ricco di azoto in quanto, trovandosi in grotta, non ha potuto dilavarsi con l’acqua. Ne sono ricche le coste della Francia, soprattutto la Bretagna, la Sardegna e la Sicilia. L’azione del guano di pipistrello non è molto diversa dal guano più conosciuto, ma è bene sapere che in passato veniva utilizzato soprattutto per il granturco, i fagioli, l’erba medica e la vite.
GUANO DI PESCE
Si desume dai resti della pesca alle aringhe, ai merluzzi e alle sardine. In passato per estrarre tutti i benefici di questi elementi si mettevano i resti a essiccare al vapore così che l’olio contenuto nel pesce si separasse dalla massa rendendola secca e poi polverizzata. Per l’alto potere fertilizzante si utilizza nei terreni particolarmente sciolti circa 6 quintali per ettaro. Fin quando in Sicilia hanno funzionato le tonnare si utilizzava il bagano che era il guano di pesce trattato come sopra.
SANGUE DI BUE
Il sangue di bue essiccato si trova in farina o liquido, è un concime utilizzato per il suo ricco apporto di azoto. Si utilizza solo in casi estremi e di emergenza per piante fortemente abbattute e povere di azoto, ma va usato con attenzione e moderazione seguendo le indicazioni in etichetta.
STALLATICO
Il letame di bovino stagionato unito con paglia è un ottimo apporto per tutti gli ortaggi esclusi carote e cipolle. Attenzione quando si acquista dagli allevatori il letame: deve essere stoccato in un luogo coperto e lontano dal dilavamento delle intemperie, unito a paglia fresca (o canne di padule, giungi o falasco, vedi sopra, ndr) che gli dia modo di essere arieggiato e ben compostato. Se non ci sono queste accortezze dopo poco tempo che il letame è stato stoccato perderà tutto l’azoto disponibile diventando dunque inutile. Un consiglio è acquistare letame fresco e autoprodurre lo stallatico in giardino o nell’orto. Creare un’area allungata di un metro di larghezza e fare strati di letame e di sfalcio di giardino o paglia. Coprire con un telo in modo che la pioggia non bagni, ma che sia sempre areato.
CENERE
La cenere viene utilizzata in campagna sia nell’orto che nel giardino per arricchire le piante del potassio mancante. La cenere di casa è il miglior potassio che si possa avere. Le piante che hanno più potassio una volta bruciate sono l’avena, il grano, le leguminose, saraceno, papavero, sansa, olmo dei, baccelli di fava, le felci, il giunco e le alghe marine. In media si utilizza 20 ettolitri di cenere per ettaro (dati desunti da “I concimi” di A. Bruttini edizioni Casale, anno 1898, ndr). Attenzione: i vecchi contadini consigliano di non utilizzare la cenere come protezione invernale delle piante e sulle erbe aromatiche tra le quali la menta.
CORNUNGHIA
E’ un concime tratto dalle corna e dalle unghie degli animali da macello. Questi tritati sono ricchi di azoto e fosforo che vengono rilasciati abbastanza lentamente rispetto agli altri concimi. La cornunghia viene utilizzata con ottimi risultati anche su piante in vaso.
BOKASHI
Tra i compostaggi il bokashi è il più “giovane” mai realizzato, essendo stato teorizzato dal microbiologo giapponese Teruo Higa negli anni Ottanta del secolo scorso. Consiste in un composto realizzato in ambiente anaerobico, cioè in assenza di ossigeno. Il segreto del bokashi è che continua la proliferazione dei microrganismi anche quando viene somministrato sul terreno stimolando la flora batterica presente in loco, arricchendo così di nutrimenti lo spazio che va a fertilizzare. Va realizzato dentro contenitori a chiusura ermetica che abbiamo un rubinetto per espellere il colaticcio. La base del compost è fatta da scarti di cucina (non di derivazione animale), scarti di giardino, erbe infestanti e frutti marci. Si può aggiungere anche crusca e cerali. Il bokashi vuole il caldo e matura in 3 settimane se tenuto tra i 18 e i 25 gradi centigradi. Il compost ottenuto si utilizza subito sul terreno diluito nella misura di 10 ml per litro di acqua.
COMPOST
Tutto ciò che c’è da sapere sulla costituzione del buon compost di casa lo trovi al link Compost domestico
Fonti:
“I concimi” di A. Bruttini edizioni Casale, anno 1898
“Abc dell’orto biologico” di Patrizia Sarcletti edizioni Edagricole, anno 2012
“Il compostaggio in giardino” di Mimma Pallavicini edizioni A. Vallardi, anno 2012
”Agricoltura Biodinamica “ di Pierre Masson edizioni Terra Nuova, anno 2011
“Il vero giardiniere coltiva il terreno” di Massimo de Vico Fallani, edizioni Leo S. Olschki, anno 2009
“Il giardino e l’orto biologico” Edizioni Red , anno 2004
“Divertirsi con le piante” di Giorgio Batini e Maria Novella Batini Presenti, Editore Vallecchi 1987
“Il giardino delle vecchie signore” di Maureen e Bridget Boland edizioni Dalai Editore, anno 1976
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