Hai un’intolleranza alimentare al nichel e vorresti essere più attento al cibo che introduci nel tuo organismo? Certe volte ti senti male dopo aver mangiato e non riesci a capire quale sia il motivo?
Semplicemente ci tieni alla dieta e preferisci conoscere al meglio gli alimenti che mangi e i loro contenuti?
Sicuramente allora ti sarà utile avere tutte le informazioni da sapere riguardo al cibo contenente nichel, un argomento spesso poco trattato e sottovalutato, ma che in realtà risulta essere davvero rilevante.
In questo articolo verranno descritti in primis gli alimenti che contengono nichel, ma anche quelli più poveri di contenuto, la funzione biologica del metallo, le intolleranze alimentari legate alla sua assunzione e qualche suggerimento per una dieta che limita il consumo di questo elemento.
Nichel: cos’è e dove si trova
Innanzitutto il nichel è un metallo argenteo, simile al ferro, con caratteristiche di malleabilità, duttilità e durezza. È impiegato dall’uomo per gli usi più svariati ed è contenuto nell’ambiente, negli indumenti, nei cosmetici e negli utensili che adoperiamo ogni giorno.
Non solo con il contatto, ma anche con l’inalazione riesce ad entrare nel corpo, essendo un elemento volatile infatti, arriva nei polmoni tramite la ventilazione.
L’assunzione per via orale è però la principale fonte di esposizione al nichel, perché fortemente presente nel cibo e nell’acqua che quotidianamente introduciamo nel nostro organismo.
A prescindere dal contenuto già presente nelle sostanze, ulteriormente contribuiamo a contaminare i nostri beni quotidiani con questo metallo, attraverso: i rubinetti al nichel che contaminano l’acqua e il suolo, l’uso di pentole e tegami prodotti con leghe di questo materiale, l’utilizzo di piatti o bicchieri dipinti con vernici al nichel e altro.
Insomma, il nichel è un elemento che si può definire ubiquitario, di varia provenienza e dall’elevata probabilità di contatto con gli organismi viventi.
Per quanto tale elemento abbia una certa tossicità, non bisogna però considerarlo prettamente come un nemico per l’organismo, in quanto ha un ruolo biologico ben preciso.
Questo non vuol dire che ingerire maggiori quantità di nichel sia un toccasana per la salute, né che si possano sviluppare delle carenze in merito ad una mancata assunzione, ma questo metallo, come altri, aiuta l’omeostasi metabolica e svolge alcune funzioni importanti, essendo contenuto in parecchi enzimi.
Il suo ruolo risulta preponderante soprattutto per alcune reazioni biologiche: interviene nel metabolismo degli ormoni; stabilizza l’integrità delle membrane cellulari; partecipa al metabolismo del glucosio e dei lipidi; stabilizza gli acidi nucleici.
Viene eliminato semplicemente attraverso l’urina e le feci, mentre la sua concentrazione sanguigna viene regolata dai reni.
Cibo contenente nichel
Il nichel può essere dunque contenuto negli alimenti sia come costituente biologico degli stessi, che come inquinante. La quantità di cibo contenente nichel come naturale componente molecolare è abbastanza alto, ecco una lista pressoché completa:
cioccolato e cacao in polvere: leader indiscussi nella composizione e nella farcitura di dolciumi, questi due ingredienti hanno un quantitativo di nichel abbastanza alto.
Per quanto riguarda il cioccolato, quello fondente ne contiene circa 2,6 microgrammi per grammo, quello al latte 1,2. Il cacao in polvere contiene addirittura 9,8 microgrammi di nichel per grammo.
Anacardi e frutta secca: amatissimi alleati di aperitivi e spuntini spensierati, qualche pensiero dovrebbero proprio darlo, per il loro elevato contenuto di nichel.
Gli anacardi contengono 5,1 microgrammi per grammo di questo metallo, soprattutto se si parla dei prodotti industriali e confezionati.
Gli anacardi sono i più rilevanti ma in realtà la maggior parte della frutta secca come noci, nocciole e mandorle, anche se non confezionata, contiene un certo quantitativo di nichel.
Ortaggi: molti tipi di ortaggi contengono nichel, tra questi troviamo in primis i pomodori, con un contenuto più alto, seguiti da asparagi, broccoli, carote, cavolfiori e cavoli, fagiolini, finocchi, lattuga, sedano, radicchio, cipolle, cicoria, funghi e alloro.
Si tratta di un contenuto medio, più o meno che va dai 200 ai 1000 milligrammi per chilo di sostanza.
Spinaci: da sempre decantati come verdure estremamente salutari, gli spinaci nascondono in realtà un contenuto di nichel di 0,30 microgrammi per grammo. Sono le verdure che gli intolleranti dovranno guardare con più distanza.
Leguminose: quante volte nella vita ci saremmo sentiti dire “mangia i legumi che contengono ferro!” Sì, ma il nichel? Lenticchie, ceci, soia, piselli e fagioli ne contengono in quantità abbastanza rilevanti.
I fagioli rossi ad esempio sono caratterizzati da un contenuto di nichel di 0,45 microgrammi per grammo.
Frutta essiccata e fresca: la frutta è fondamentale per l’apporto nutriente quotidiano, ma è sempre meglio preferire quella fresca rispetto a quella essiccata, che in genere subisce trattamenti industriali. Fichi, uvetta, albicocche e prugne essiccati hanno un discreto quantitativo di nichel.
Per quanto riguarda quella fresca in genere non è riscontrata un’alta quantità del metallo, ma pere, prugne, albicocche e ananas potrebbero contenerne maggiormente.
Cereali: sia quelli in chicco che le relative farine e prodotti confezionati che ne derivano sono cibo contenente nichel. In particolare i più rilevanti sono avena, mais, miglio e grano saraceno.
Pesce e frutti di mare: già conosciuti, oltre che per le loro proprietà, per il loro contenuto di metalli pesanti.
Aringhe, platessa, salmone e sgombri sono i pesci con il più alto contenuto, anche se in media non troppo alto, più o meno si parla di 50-199 milligrammi per chilo.
I crostacei tipo i gamberi e frutti di mare come cozze e ostriche, hanno invece un contenuto più alto, che va dai 200 ai 1000 milligrammi per chilo ed è tra il cibo contenente nichel quello da evitare sopratutto durante la fase iniziale di disintossicazione.
Bevande: sottintendendo tutte quelle in lattina, cioccolata, caffè, tè e birra hanno un variabile contenuto di nichel.
Liquirizia.
Il cibo contenente nichel come fattore inquinante comprende tutta la categoria di alimenti raffinati lavorati industrialmente, grassi e oli idrogenati.
A causa di reazioni chimiche, ad esempio legate agli ambienti acidi, o meccaniche, come attriti più o meno forti, il nichel contenuto nelle strumentazioni e negli utensili industriali può contaminare gli alimenti confezionati.
Un altro tipo di inquinamento è quello invece legato alle falde acquifere e allo smog che rilasciano nel suolo alti quantitativi di questo metallo, andando a contaminare il terreno ad esempio adibito alla coltivazione. Per alimenti confezionati si intende ad esempio:
- tonno
- carne
- legum
- frutta e verdure in scatola.
Intolleranza al cibo contenente nichel
Insieme a quella per il lattosio, l’intolleranza al nichel è una delle più frequenti e continua ad aumentare sensibilmente.
L’allergia al nichel è più o meno grave in base al livello d’intolleranza del soggetto colpito e nella maggior parte dei casi si limita alla reazione da contatto.
Quando si manifesta anche in seguito all’ingestione del metallo si parla di intolleranza alimentare al cibo contenente nichel.
Le conseguenze che l’organismo intollerante può riscontrare in seguito all’assorbimento del microelemento a livello intestinale possono essere:
- dermatologiche, con la comparsa di dermatiti ed eczemi; gastrointestinali, con diarrea
- stitichezza, gonfiori, crampi, bruciori di stomaco e vomito
- respiratori, con complicanze come rinite e asma; altri di tipo sistemico come febbre, stanchezza e mal di testa.
In caso della comparsa di tali sintomi è opportuno rivolgersi ad un medico, che provvederà ad effettuare delle prove e testare vari tipi di alimenti.
Per una certezza della diagnosi è possibile effettuare test accurati come l’Alcat Test, che tramite un prelievo di sangue riesce a riconoscere le tipologie di intolleranze alimentari, e il Patch Test, che riesce a definire e riconoscere la sostanza determinante una data infiammazione cutanea.
Alimenti poveri di nichel
Nonostante sia irrealizzabile seguire una dieta completamente priva di nichel, è possibile cercare almeno di limitarne l’assunzione.
Se l’intolleranza ti sta creando problemi o se comunque vuoi evitare cibi contenenti questo metallo, ti risulterà utile consultare quest’elenco, che tuttavia non dovrà essere preso come un sostitutivo delle linee guida imposte dal proprio medico curante o dallo specialista. Ecco i cibi più poveri di nichel:
- tra ortaggi e verdure: preferire zucchine, peperoni, melanzane, zucca, bietole, barbabietole, patate sbucciate e tutti i tipi di insalata, tranne la lattuga.
- Per la frutta: prediligere banane, mele, pesche, meloni e agrumi.
- Pasta: tranne quella di mais e quella con farina integrale.
- Riso brillato.
- Cous cous e quinoa.
- Salumi: soprattutto salame, bresaola e prosciutto crudo, attenzione però a quelli contenenti conservanti.
- Latticini: in generale il latte, sia intero che parzialmente scremato, e tutti i suoi derivati, contengono quantità minime o comunque tollerabili di nichel, ma meglio evitare quelli più aromatizzati.
- Uova.
- Carne: sia bianca che rossa, meglio se pollo, manzo o vitello.
- Olio extravergine di oliva (e olive).
- Tra le spezie: preferire rosmarino, salvia, menta, timo, peperoncino, curcuma, zenzero e paprika.
- Sottaceti: meglio se fatti in casa.
- Dolci: abbastanza tollerabili in generale, preferire in ogni caso crema pasticcera, miele, biscotti secchi, pasta frolla, marmellate non industriali e brioches non confezionate.
In conclusione: consigli per limitare il consumo di nichel
In generale dunque, limitare nella dieta gli alimenti ricchi di nichel e prendere in maggiore considerazione quelli a basso contenuto potrebbe essere il primo passo per contenere il consumo di questo metallo nel tuo stile di vita quotidiano.
Ma attenzione, l’impatto sull’organismo degli alimenti indicati è altamente soggettivo, ed è meglio che testi personalmente i loro effetti prima di integrarli nella dieta quotidiana.
Per quanto riguarda gli utensili da cucina, è meglio preferire quelli in acciaio inox o di vetro pirex.
Per la conservazione degli alimenti è assolutamente da evitare l’alluminio, in genere molto utilizzato.
Ovviamente poi, è sempre consigliabile preparare personalmente il cibo, evitando tutti gli alimenti in scatola e quelli in lattina: il materiale dei contenitori potrebbe incrementarne il contenuto di nichel.
In conclusione il testo proposto ha voluto fornire una guida al lettore, sul cibo contenente nichel, sulle possibili conseguenze dell’intolleranza a questo materiale e sui cibi da preferire nel caso queste si manifestassero.
I consigli proposti sono elementi da prendere in considerazione sempre relativamente al parere di uno specialista e in base alla propria esperienza personale.
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