Vi voglio parlare di una tradizione che sta andando ad estinguersi: l’arte di intrecciare i canestri. Avvalendomi del ricordo di mio padre, mastro cestaio e documentandomi nelle biblioteche e nei musei dell’attività contadina, ho notato che esistono intrecci davvero strani e quindi ho dovuto rifarli con le mie mani e con i materiali della mia terra (la Toscana). Salici, olivi, canne, corniolo e quant’altro trovo nelle campagne e nei fiumi sono i materiali privilegiati per i miei canestri. Voglio darvi qualche cenno degli intrecci piu’ curiosi che ho trovato nei musei e su vecchie pubblicazioni e che , naturalmente, realizzo di nuovo. Il Graticcio: assai comune nella zona del Chianti, serviva per essiccare fichi, funghi, uva, pomodori, la sua forma “ a foglia” deriva dal fatto che i contadini, nelle giornate piovose, dopo aver fatto il pane usavano metterlo in forno (la temperatura tiepida favoriva l’essiccazione). La Bruscola: è un contenitore che veniva usato, legato alla vita, per la raccolta delle olive. La Campagnata: una cesta da fieno e foglie tipica della Garfagnana e dell’Appennino Tosco Emiliano. La casetta per gli uccelli: intrecciata e realizzata con salici e foglie di canna. La cesta da chioccie in Toscana detta Stia che serviva per mettervi la chioccia con i pulcini, i pulcini erano liberi di uscire dalla cesta, ma tornavano sempre dalla chioccia, era un modo per tenere riunita la famigliola, veniva poi usata per portare paglia e fieno, in qualche caso venivano messi i bambini in piedi nel foro per aiutarli ad imparare a stare in piedi. Invito tutti coloro che hanno in mente un intreccio particolare (inerente il mondo contadino) di contattarmi alla mail [email protected]. Per info: www.cestitipicidipescia.it