Il linguaggio mamma-bambino e i modi in cui lo si può approfondire durante i nove mesi di gestazione
Il rapporto mamma-bambino durante la gravidanza è un?esperienza che nessuno può raccontare se non la donna stessa che la vive o l?ha vissuto e su cui molto spesso non occorre aggiungere molto. È un legame profondo, animico e viscerale, emozionale e fisiologico, di cui dall?esterno non si possono che cogliere dei cenni. benessereIl rapporto mamma-bambino durante la gravidanza è un’esperienza che nessuno può raccontare se non la donna stessa che la vive o l’ha vissuto e su cui molto spesso non occorre aggiungere molto. È un legame profondo, animico e viscerale, emozionale e fisiologico, di cui dall’esterno non si possono che cogliere dei cenni.
Raccontarlo è una forma che la donna trova per comunicare e condividere il suo vissuto in gravidanza, che può essere di piacere, di meraviglia per quello che in lei va mutando, come di paura o di preoccupazione per i cambiamenti, del suo corpo come della sua vita.
La mamma che si ascolta, anche in un momento di crisi può riuscire ad attingere a risposte che le vengono dal suo corpo, dalla sua energia di madre, ora totalmente nuova, così come da quell’essere che porta in grembo.
Questo ascolto, in realtà un dialogo che può essere continuo, trova molte forme di attuazione, così come di tecniche a supporto per approfondirlo: la mamma che si accarezza la pancia, che mostra un paesaggio al bambino, che danza per lui o per lui ascolta una musica, sta dialogando con il suo bambino su un piano di benessere emozionale profondo e trasmette le sue sensazioni attraverso il corpo fino all’interno della sua pancia. È frequente il racconto di donne in gravidanza secondo cui, in quei momenti, il bambino si muove, sembra rispondere, oppure il senso di pace e benessere che loro stesse sentono derivare da queste esperienze, semplici talvolta al punto da apparire banali. Ma un sorriso può essere banale? E non è forse “semplice”?
La biografia emozionale di un bambino si costruisce nella pancia della mamma fin dalle prime settimane, e in questo senso tanto più utile diventa allora un percorso personale di ricerca di presenza, consapevolezza e benessere, senza cadere in sensi di colpa o di inadeguatezza in caso di difficoltà o paure, inutili quanto dannosi prima di tutto a se stesse. Ogni donna in gravidanza ha tutti gli strumenti per essere una buona mamma, l’inadeguatezza è un problema che riguarda il giudizio degli altri (loro, sì, spesso inadeguati a comprendere la donna che hanno di fronte) e non il bambino, che ha nell’amore della mamma, come nei suoi inciampi (la perfezione per fortuna non esiste) la totalità della sua felicità e del suo benessere.