Nel 1500 a Brema un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e dolciumi, ma fu nel Seicento che si diffuse in Germania la moda delle conifere addobbate
Sempreverde, maestoso, solenne, alto fino a 60 metri. L‘albero di Natale lo si trova sulle Alpi, nell’Appennino centrale e nelle foreste del nord Europa. E’ l’abete, uno dei simboli più sentiti e amati del Natale che ogni anno a dicembre, arricchito con addobbi di vario genere, allieta le nostre case per la gioia di grandi e piccini.
Dei 6 milioni di abeti naturali (in prevalenza abete rosso) che ogni anno vengono acquistati in Italia, solo il 20% viene prodotto in Italia (nelle foreste Casentinesi in provincia di Arezzo, a Pistoia, Treviso e in alcune località della Brianza), il rimanente 80% viene importato dalla Germania, Norvegia, Svezia, Finlandia, Austria, Romania e Ungheria.
E se per il Natale alle porte si prevede anche in Italia il sorpasso di quello ecologico rispetto a quello naturale – vuoi per una maggior sensibilità ecologista, vuoi per la crisi economica che ha drasticamente tagliato i contributi europei per la coltivazione degli abeti – indiscusso rimane il fascino di questa conifera che nel mondo intero rappresenta la ricchezza della natura, la vita che perennemente si rinnova e l’attesa del ritorno della primavera.
Appartengono ai paesi nordici, inizialmente di fede protestante, le più antiche tradizioni scritte sull’albero di Natale. Si narra ad esempio che nel 1570 nella città di Brema, in prossimità delle festività natalizie, un albero venisse decorato con mele, noci, datteri, dolciumi e fiori di carta. Nel 1611, la duchessa di Brieg, in Germania, dopo aver preparato l’occorrente nel suo castello per festeggiare la santa festività, notò che un angolo del salone risultava disadorno. Decise allora di uscire nel parco per chiedere aiuto alla natura. Mentre passeggiava pensierosa notò un piccolo abete che reputò adatto a quell’angolo. Immediatamente chiamò uno dei suoi giardinieri e fece disporre l’alberello su un vaso nel salone delle feste.
Nel 1846 la regina Vittoria venne fotografata con il consorte e i loro figli attorno ad un albero addobbato. L’immagine, pubblicata nel London News, fece il giro dell’Inghilterra e presto si diffuse anche negli States dove nel 1889 il Presidente Benjamin Harrison dichiarò che alla Casa Bianca l’albero rappresentava un simbolo essenziale della tradizione americana.
Ma le proprietà dell’abete rosso (Picea abies) non finiscono qui. E’ chiamato anche l’ “albero che canta” per le ottime proprietà di amplificazione del suono. Il suo legno viene ricercato dai liutai e dai costruttori per la realizzazione della tavola armonica di vari strumenti a corda, tra i quali strumenti ad arco (viole, violini e violoncello) ma anche pianoforti e chitarre classiche. Lo stesso Antonio Stradivari si riforniva presso la Magnifica Comunità di Fiemme per i suoi celebri violini e ancora oggi alcune delle più quotate case costruttrici di pianoforti da concerto si riforniscono del legno degli abeti della Val di Fiemme.