L’acquavite (e i dolci all’acquavite) prodotti in Sardegna da un ex-meccanico che ha trasformato la sua officina in distilleria
Abbardente è uno dei due nomi (insieme a fil’e ferru) con cui comunemente è chiamata l’acquavite in Sardegna. Letteralmente significa “acqua ardente, infuocata”, ed è diventato anche il nome del prodotto di punta delle Distillerie Lussurgesi, piccola azienda di Santu Lussurgiu, in provincia di Oristano.
«Facevo il meccanico e invidiavo i miei compaesani impegnati in mestieri tradizionali, come il calzolaio, il sellaio, o l’allevatore. Così a fine 2003 ho trasformato la mia officina in una distilleria – racconta Carlo Pische, proprietario dell’azienda – e ho cercato di immettere sul mercato una tradizione secolare dandole una veste moderna, attraverso un attento controllo delle materie prime e dei processi di lavorazione, oltre ad una cura meticolosa delle confezioni e del packaging».
Nascono così l’acquavite secca, quella aromatizzata al finocchietto selvatico e quella barricata, che rappresentano i fiori all’occhiello delle Distillerie Lussurgesi. A queste si aggiungono alcune specialità dolciarie a tema, come i cioccolatini con crema all’acquavite e il dolce farcito con uva passa e crema di cioccolato all’acquavite. Senza trascurare il notissimo liquore di mirto e altri alcolici tipici della Sardegna.
In Sardegna si distillano storicamente sia il vino che le vinacce, ma in linea con la tradizione della zona del Montiferru, Carlo ed i suoi due collaboratori utilizzano come materia prima esclusivamente il vino. Tutti i prodotti sono ottenuti artigianalmente attraverso processi non standardizzabili e senza aromi artificiali e sono imbottigliati ed etichettati a mano.
«Come fatturato e volumi siamo una piccola distilleria, ma siamo grandi come storia, perché rappresentiamo un paese con una lunga tradizione – sottolinea Carlo, mostrando dei documenti sull’importanza della distillazione nell’economia locale di Santu Lussurgiu e una bottiglia che testimonia la produzione di Cognac in paese fin dalla fine dell‘800 – In cantina abbiamo una botte, con i sigilli del Monopolio di Stato, in cui sta invecchiando quello che dovrebbe diventare il primo brandy sardo ufficialmente riconosciuto da allora. È stato cinque anni in botte e fra qualche mese verrà imbottigliato.
Produrremo circa 500 bottiglie e alcune le venderemo all’asta. Pensiamo di organizzare un vero e proprio evento culturale, oltre che commerciale. Anche perché per il prossimo brandy sardo si dovrà aspettare un altro lustro!».
Distillerie Lussurgesi di Carlo Pische & C.
Via delle Sorgenti 14 – Santu Lussurgiu (Oristano)
www.abbardente.it